UNA PER UNO

UNA PER UNO
babbucce

lunedì 28 febbraio 2011

LESSICO FAMIGLIARE 2

E’ intorno ai 12 anni che ho scoperto la ceretta da scaldare. Subito dopo ho iniziato a togliere i baffetti a tutte le mie amiche, glabre e meno glabre (esclusa la reticente Migliore Amica, testarda come sette muli, ma questa è un’altra storia).
Già dunque dai tempi delle medie nessuna di coloro che veniva a fare i compiti da me (o anche solo a fare merenda) sfuggiva alla mia volonterosa e lesta generosità: scaldavo il pentolino e poi zac, zac, in due mosse i baffi sparivano e il contorno labbra si delineava purissimo. Le mie amiche dopo gli urletti di dolore di pragmatica (che mi innervosivano non poco, anche perché la mia tata su un punto era stata chiara fin da subito “Per comparire bisogna soffrire") si rimiravano davanti allo specchio di camera mia,  facendosi largo con lo sguardo tra le scritte in pennarello: Woodstok: 3 days of peace music and love;  Ti AMO STUPIDO MUSSO; E’ un anno che ti vengo dietro: se ti sposti magari passo (tanto per citarne alcune).
L’ attività di paraestetista avviata subito dopo l'inizio della pubertà era (ed è tuttora)  espressione di quell’ incoercibile impulso di aiutare l’universo, tipico degli Acquari e irritante per i placidi Toro,  quindi anche per Futuri Nonno Biologico e Nonno Putativo, inclini, per imperativo categorico astrale, a prendersi cura solo di se stessi e di altri pochissimi intimi.
Da cosa nasce cosa. Dopo aver imparato a fare i baffi mi sono specializzata in lettura di tarocchi. Attenzione però: secondo codici messi a punto da me, lontanissimi come la luna da quelli convenzionali, ovvero rigorosamente rivolti prima a indagare sulla personalità dell’amica-interrogante e poi a fornirle dritte su come sfruttare al meglio armi e strumenti avuti in dote dall’interazione tra genetica e ambiente.  I miei tarocchi, ieri come oggi destinati solo alle amiche, a richiesta discettano anche d’amore, sono cioè capaci di prevedere l’arrivo di splendidi principi azzurri nonché la nascita di intrighi, passioni, incontri intimi di rara intensità e avventure mordi e fuggi (tipo quelle di Sex and the city o di Disperate housewives).
Così le mie amiche mese dopo mese, anno dopo anno, lustro dopo lustro, hanno imparato a suonare alla mia porta ogni volta che per loro diventa impellente la necessità o di non assomigliare più a Frida Kahlo (questa Nonno Putativo e Nonno Biologico non la capiranno ma tutte le donne dell’universo sì) oppure di ascoltare, giusto per sognare un pochino a occhi aperti, una fiaba confezionata per loro (con l’autorevole supporto dei tarocchi) o anche tutte e due.
Così la mia amica Marika, una specie di Erin Brockovich sia per numero di figli che per avvenenza e coraggio e ironia e fragilità, ha cominciato a dire, per esempio:
<<Pronto ciao. Posso venire da te per un po’ di baffi&tarocchi?>>, oppure: <<Ho 30 minuti e sono triste: puoi venire da me per baffi&tarocchi?>>, o ancora: <<Sabato i bambini sono via: woww un tripudio di baffi&tarocchi”.  
Ed è stato così che queste due parole unite sono entrate a far parte del lessico famigliare mio e di tutte le altre amiche, per alludere genericamente alla meravigliosa opportunità di avere un po’ di tempo per tornare piccole, che poi sarebbe la metafora del volgare ma calzante cazzeggiare.   

2 commenti:

  1. Wow, bello baffi e tarocchi. Mi piace anche se io la ceretta la faccio una volta all'anno. Che si mangia in questi casi? Nutella? Tè e biscottini? Torta della nonna? Yogurt lassativo? Sono curiosa.

    RispondiElimina
  2. dietro ai Baffi di Frida Kahlo c'è tutto un mondo... fino al funclub di facebook "amici dei baffi di frida kahlo"
    http://en-gb.facebook.com/pages/Amici-dei-baffi-di-Frida-Kahlo/147002795351556?v=wall
    Lei se li ritraeva, ma in realtà non se li teneva come documentano le foto... vabbè mettici l'effetto ciclo o lo strappo,
    era comunque curiosa questa sua voglia di rappresentarsi con ogni sorta di sua personale condanna ...dalle spine ai baffi...

    RispondiElimina