UNA PER UNO

UNA PER UNO
babbucce

mercoledì 20 giugno 2012

HO SENTITO BENE


E’ accaduto all’improvviso, senza che ne avessi il minimo sentore. Mi ha guardato con l’intensità con cui da qualche settimana osserva il mondo, trovando tutto di suo gusto,  e poi l'ha detto forte e chiaro, inequivocabile:
<<Gno……pausa…breve sospiro…..gna>>
<<Dimmi>>, ho risposto proforma,  certa di aver inteso male.
<<Gno..gna>> ha ribadito lui, con tono addirittura più convinto.
<<Dimmi…dimmi….>>
<Nonn…nna…>>.
<<Hai sentito bene>>, ha garantito alle mie spalle Nonno Putativo di cui, data la solennità del momento, avevo temporaneamente rimosso la presenza.   
<<Anche a me è sembrato, ma chissà, forse ho capito male, forse ce lo siamo sognato>>
<<Sì, tali e quali a Giovanna D’Arco>>
<<Vediamo uhmm, allora tu sei T-O-M-M-A-S-O e io sono? SONO?>>, ho chiesto incalzante a Nipotino, affamata di riprove, ignorando la battuta di Nonno Putativo (spiritoso, eh).
<<Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa-haaaaa-aaaaaa>>, ha canticchiato Nipotino di rimando, sull’aria di To mare in gondoleta (Tua madre a bordo di una piccola gondola).
<<No, quella è la canzoncina. Io chi sono?>>
<<Clop clop>>, ha sillabato compito.
<<No, quello è il cavallo. Tu Tommaso, io???>>, ho insistito.
<<Grrrrr smf….grrrsmf>>
<<Quello è il papà che russa.  Allora, vediamo: tu TOMMASO E IO???>>
<<Ba-ba-ba>>, ha pronunciato lui interlocutorio, schioccando le labbra.
<<Nipotino, non glissare. Questo qui è il bacio>>.
Stava sciorinando tutto il repertorio delle sue specialità: non mancava altro che il movimento repentino con cui sposta in avanti il mento e, in simultanea, dischiude la bocca allo scopo di esibire i due dentini nuovi di zecca, ma in un amen ha messo in scena pure quello.
<<Bravo! Sei troppo bravo!>>, abbiamo applaudito io  e Nonno Putativo e tanto era l’entusiasmo che non mi interessava (quasi) più della parolina che con tanta precisione identifica il nostro legame di sangue. Lui allora, attore generoso, si è piegato sulle ginocchia, tenendosi saldamente con una mano alla rete del box in cui trascorre un’esistenza in postura eretta, ha pigiato la pancia dell’orso-delle-canzoncine (che è pure bilingue), quindi ha iniziato a molleggiarsi sulle gambe a tempo di musica, ed è questo il suo modo di ballare. E mentre si muoveva tipo pistone, ma molto più sudato, ridacchiava con soddisfazione. Poi si è fermato di colpo, i peluzzi biondi arricciati sulla nuca, mi ha fissato con il suo sguardo fondo da incantatore di serpenti e, con un vocione da bambino inequivocabilmente maschio, per la quarta volta in questo straordinario pomeriggio ha detto:
<<NO—NNNNA!!!>>