UNA PER UNO

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babbucce

giovedì 31 gennaio 2013

CHE TIPO DI NIPOTINO 2


Nipotino è un tipo danzante. Se una qualsiasi musica lo raggiunge comincia a volteggiare, alternando piroette a flessioni e a saltelli in punta di piedi. Contemporaneamente ruota i polsi (con qualche anello di ciccia), facendo sfarfallare i ditini in modo che il biscotto che tiene sempre in mano, tipo coperta di Linus, cada a terra frantumandosi in briciole che si moltiplicano all’infinito. Ed è a questo punto che si materializza Gino. Con lentezza, perché mai si abbasserebbe a mostrare l’avidità che caratterizza i cani, si alza dall’angolo buio da  cui non perde mai d’occhio Nipotino, un po’ per gelosia un po’ per istinto di protezione, si china come per farci un favore sulle briciole sparse a terra, le aspira, quindi ritorna nella sua postazione, si siede di lato, da bravo bassotto a pelo duro, e ricomincia a fissare il bambino con uno sguardo pieno di dignità.  
Ma che Nipotino danzi quando c’è musica nell’aria non rappresenta nulla di particolare. Il punto è che Nipotino balla in risposta a rumori che di musicale hanno ben poco. Il fax, il bollitore, il campanello di casa, il ticchettio di un contaminuti, la suoneria di un cellulare sono ottime basi per le sue coreografie. E zum e ciufch e zum e cumfchzum fa la mia stampante asmatica e il sacro fuoco divampa  in lui spingendolo a danzare oltretutto  a tempo.
Nipotino è un tipo casalingo. Quando viene a trascorrere il pomeriggio da me appena varca la soglia di casa si toglie le scarpine con pochi movimenti di alta precisione, si precipita (va sempre di fretta)  nell’armadio delle scarpe, afferra le mie crocs tarocche di un rosa acceso, quindi, grazie a un gioco di sofisticati equilibri, le infila. Cerco invano di proporgli alternative più idonee al 21 del suo piede ma lui respinge le pantofoline nere a strisce blu scelte da quell’interista di Nonno Putativo, per non parlare di come si ribella alle calzette antiscivolo che lo mettono di cattivo umore.
Poi ciaspolando a velocità comunque sostenuta si avvia verso la cucina dove lo aspettano i suoi tesori: una pentola piena di foglie cadute dal ficus, che durante l’inverno agonizza divenendo via via sempre più spoglio, un cucchiaione di legno, vari piattini di carta colorati, una mini-scopa, una paletta raccogli sporco, uno straccio mille usi. Per un po’ si dedica alle foglie, mescolandole alla velocità di un frullatore poi le rovescia a terra. Nel frattempo,  Gino acquattato nell’ombra e immobile non lo perde d’occhio. Una volta avviata la cottura delle foglie, Nipotino  brandisce la scopa che passa e ripassa sul pavimento cantando.  Cuor contento il ciel l’aiuta gli dico. Nipotino mi guarda perplesso come sempre quando è molto indaffarato poi prende lo straccio e cerca di spolverare i cani. La signora Luisa si  defila appiattendosi lungo le pareti. Gino brontola impercettibilmente, giusto per avvertimento, ma io lo sgrido lo stesso pur sapendo che mi terrà il muso per ore perché non sopporta di essere ripreso, meno che mai se ritiene che sia stato fatto ingiustamente.
Finite le faccende, Nipotino reclama  la merenda, banana per lo più.  La lavo, le tolgo la buccia e gliela porgo. Ma non è così semplice: prima di iniziare a sbocconcellarla, Nipotino la passa ai raggi X e se sulla polpa bianca vi è anche solo il più piccolo tra i  puntolini neri la getta a terra facendo no con la testa. Poi corre a prendere scopa e paletta per raccoglierla visto che Gino la disdegna. Così di banana in banana trascorre un altro pezzetto di pomeriggio. Se qualcuno potesse indicarmi dove si può trovare uno sbiancante per banane gliene sarei eternamente grato.  
Nipotino è un tipo discorsivo e un acuto osservatore. Oltre a dire qu adesso dice i. Lo scorso sabato pomeriggio non trovavo gli occhiali (accadimento che si ripete dalle 20 alle 50 volte nell’arco delle 24 ore) e, come di prassi, vagavo sconsolata per casa maledicendo il disordine che mi rende la vita difficile ma a cui non so rinunciare, tipo dipendenza da sigarette o altre droghe.  
<<Nipotino, ho perso gli occhiali, aiutami!>> ho esclamato a un certo punto per renderlo partecipe dei miei affanni e, allo stesso tempo, giustificare i miei spostamenti sconclusionati da una stanza all’altra.  Lui mi ha gettato una rapida occhiata e poi con risolutezza si è diretto verso la mia camera da letto dove c’è una cassapanca verde con una luna in rilievo. In un amen è tornato a cercarmi, mi ha guardato, stavolta  dritto negli occhi, quindi è indietreggiato e, indicando  la stanza, ha detto col suo tono da cinciallegra:
“I, i, i…IIIII!!!!!!!”. L’ho seguito, lui correva (per quanto le mie ciabatte glielo consentissero). Si è fermato davanti alla cassapanca, ha ribadito trionfalmente: “I!!!!!!”. Poi ha battuto le mani a se stesso con palese compiacimento. Gli occhiali erano lì affondati nel tripudio di maglioni, sciarpe, giornali, libri, guanti, blocchi per appunti, stabilo boss gialli (scarichi per lo più)  in lista d’attesa per essere rimessi al loro posto  o per ottenerne uno in assegnazione stabile.  
Nipotino risponde sempre a tono. Se qualcuno gli chiede “Tu come ti chiami?”, lui risponde prontamente “Tu”, aspirando lievemente la “t” e stringendo la “u”. Tu: almeno fino a ora non c’è verso di dissuaderlo dall’equivoco in cui è caduto.