UNA PER UNO

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babbucce

lunedì 14 maggio 2012

TETTA BATTE PAPPA


Nipotino è un osso duro e della pappa non ne vuole sapere. Le smorfiette di misurato disgusto con cui ha accolto le prime caute porzioncine di frutta omogeneizzata oggi sono raccapricciati conati di vomito. Ogni volta che tra mille lusinghe e movimenti terra-aria di cucchiaio qualcuno (Figlia, nonna paterna, tata Vanessa, nonno Putativo, Genero Preferito, io)  riesce a cacciargli in bocca una minuscola dose di brodo vegetale + zucchina schiacciata + crema di mais e tapioca + omogeneizzato di pollo + parmigiano + olio extravergine d’oliva (tempo di preparazione un’ora) lui, per mettersi al riparo dal rischio di assorbirne una minima parte, ordina al suo stomaco di rovesciarsi e risputa fuori tutto,  neanche gli servissimo pantegane lessate. Dopodiché allunga il dito verso il petto dell’imboccante di turno, chiunque sia, in modo che sia chiaro che o tetta o niente. O latte umano (anche eventualmente da mammella maschile, su questo punto Nipotino è un po’ confuso)  o ammutinamento. Il pediatra ha suggerito di prenderlo per fame, di lasciarlo senza cibo anche per 24 ore e così abbiamo fatto una volta: il mattino dopo un intero giorno di digiuno Nipotino aveva il visetto pallido, un anello di ciccia in meno (o almeno ci pareva) e la sua vocetta di solito da cinciallegra era più simile a quella di un passero sotto la pioggia (o almeno ci pareva). Così Figlia ha capitolato tra il sollievo di tutte le nonne e di Nonno Putativo e il dissenso di Genero Preferito che vorrebbe impartire a Nipotino un’ Educazione. Sono due mesi che andiamo avanti così. Il pediatra, caro amico di famiglia, ha suggerito di accantonare l’idea classica di svezzamento, di piantarla con le pappette, che prepariamo per sfamare la pattumiera, e di passare subito ai cibi per “grandi”. Ieri abbiamo dato a Nipotino un pezzetto di pizza, mettendogliela in mano (secondo le indicazioni del medico che ritiene produttivo puntare su un rapporto col cibo mediato anche dal tatto). Nipotino l’ha osservata con divertito distacco, in un amen l’ha scagliata a terra poi ha puntato il suo indice grassoccio verso Figlia (sempre più depressa) con un gioioso Ta-ta-ta.