UNA PER UNO

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babbucce

domenica 13 febbraio 2011

LO STRANO CASO DEL NOME SOFISTICATO

Da quando Figlia e Figlio se ne sono andati per la loro strada, in casa siamo rimasti in quattro. Futuro Nonno Putativo, io, Gino e la Signora Luisa, che si potrebbe credere siano una coppia di badanti a tutto servizio. Errore. I badanti a tutto servizio di Gino e della Signora Luisa siamo noi, Futuro Nonno Putativo e io, da cui i due dipendono da ogni punto di vista.  
Gino e la Signora Luisa hanno una coda, quattro zampe, un naso umido e nero e orecchie eloquenti. Lui è un bassotto ruvido di pelo e di carattere, lei un mix di varie razze, una più maldestra, sgraziata e ingombrante dell’altra, tant’è che Futuro Nonno Putativo  a volte, quando è sicuro che lei non lo senta, la chiama “Quarto di bue” (la somiglianza in effetti  è impressionante, povera testona).
Insieme raggiungono i 42 chili, Gino contribuisce per otto.  In origine avevano altri nomi: per lui avevamo scelto Gorgia un po’ per onorare la memoria del sofista da Lentini, un po’ perché, lo giuro, questo nome era perfetto per il suo muso ieratico da pope.
Per lei, gli assistenti del canile, dove era stata accolta dopo l’abbandono,  avevano scelto Mindi.   Gorgia e Mindi: permettete che vi presenti i miei cani.  
<<Ah, è una femmina…>>, constatavano tutti coloro a cui comunicavo il nome di Bassotto, ignorandone con rara ottusità l’atteggiamento nei pressi degli alberi.
<<No, ehm.. è un maschio…>>
<<E allora perché cavolo l’hai chiamato Giorgia?>>
<<Veramente…Gorgia…Con la “O”. E’ maschile, anche se finisce con la “A”. Anche Luca, del resto, e Andrea, presente?>> e giù, con affanno, a citare esempi: Elia, Tobia, Mattia, Enea…  Niente da fare. Mi guardavano strano. O con stizza.  Negli estranei suscitavo antipatia. Negli amici disapprovazione.  Nei conoscenti diffidenza.  
Dopo vari mesi di ‘sta vita (soprattutto al parco e per strada ma una volta perfino nell’area cani dell’Autogrill)  ho acquisito la piena consapevolezza di aver toppato il nome di Bassotto. Non piaceva a nessuno e in più suonava come uno sfoggio di cultura  estremamente fuori luogo. Un di più di cattivo gusto. Un mettersi in mostra gratuito.  Lungi da me questa idea, ma vai te a convincere chi ormai se l’era messo in testa.
Cambiare nome a un cane non è comunque una decisione da prendere a cuor leggero, perché il poveretto, in seguito a una simile iniziativa, potrebbe andare incontro a una crisi di identità, che potrebbe destabilizzarlo per sempre. 
Ed è qui che è entrato in scena Aspirante Genero (allora non ancora Mancato). Pranzo domenicale dopo pranzo domenicale, ha cominciato ad apportare leggere modifiche al nome cannato.
Ha iniziato con Luigio (che a suo avviso – e solo suo - presentava un’ assonanza con l’originale).
<<Vieni Luigio, il biscotto!>>, e Bassotto accorreva (secondo noi perché capiva benissimo l’invariato “biscotto”, ma AG era fiducioso).
Da Luigio siamo arrivati a Luigino per giungere infine al definitivo GINO. In un paio di mesi Bassotto si è abituato al nuovo nome, inequivocabilmente maschile, sufficientemente proletario ed evocatore (a differenza dell’altro) di scarsa loquela.
Nella fase di transizione in cui Bassotto era chiamato Luigio, Aspirante Genero (allora non ancora Mancato), nella sua veste ufficiale di ribatezzatore di famigliari quadrupedi e non, consanguinei e non (al riguardo rimando alla questione Snella affrontata nel post “Acronimo scaccialacrime”) ha deciso che per l’equilibrio cosmico, su cui evidentemente gioca un ruolo di rilievo l’affinità etimologica dei nomi dei nostri cani, Mindi dovesse diventare Luisa.
Da Luisa a signora Luisa il passo è stato breve: lei anagraficamente non è più una ragazza e di Gino riteniamo sia la moglie, anche se per varie ragioni, soprattutto logistiche, si tratta di un matrimonio bianco.
Sono certa che Gino e la Signora Luisa contribuiranno in modo determinante alla felicità di Bambino.

9 commenti:

  1. certo che l'exfidanzato di Figlia avrebbe un futuro come ribatezzatore =)

    la tua descrizione dell'ottusità è geniale, comunque.

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  2. ahahahahahah, troppo divertente e ha ragione Close la descrizione dell'ottusità è geniale. a me è successo con la mia prima gatta personale (quando sono andata ad abitare da sola) battezzata Kitty in onore di un personaggio di Anna Karenina. non le è mai piaciuto e ho dovuto ripiegare su un gattesco Mimi.
    ps però dai quarto di bue no, che loro sentono e ci rimangono male

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  3. Marina, hai ragione sulla faccenda di Quarto di bue, ho anch'io sempre paura che lei senta quando Futuro Nonno Putativo la chiama così

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  4. Nonno Putativo deve a questo punto intervenire: Quarto di bue (cfr. la Signora Luisa) è proprio così, un elefante in un negozio di cristalleria. Impacciata e maldestra, invadente ed eccessiva in ogni atto. Ma le voglio molto bene (anche se ha rotto l'equilibrio famigliare nonno-nonna-bassotto)e per me ha esclusivamente una valenza affettuosa. E lei lo sa e mi risponde quando lo sente

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  5. il mio cane si chiama Polinice e nessuno mi ha mai detto perchè ho messo un nome da maschio a un cane femmina... -_-' anzi... tutti a dirmi che è un nome bellissimo. Tanto poi la chiamano tutti Polly.

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  6. Tantissimo! davvero. Quando nasce, fate in modo che prima di vedere il bambino abbiano modo di annusarne a loro piacimento una tutina: renderà famigliare l'odore e renderà meno traumatico un primo incontro qualora bambino dovesse mettersi a piangere, che visti i volumi che riescono a raggiungere è, con enorme probabilità, qualcosa di molto fastidioso considerato il fine udito dei cani ( se poi mi dici che Gino oltre ad esere burbero è pure sordo allora nong li interesseranno le urla)

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  7. Per i nomi colti per animali io starei tra nomi di animali tipo, Melampo, Argo, Venceslao (ma forse è di una versione riveduta della fiaba), ed altri: la letteratura non ne è strapiena ma qualcosa c'è ;)

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  8. Laura GDS, grazie per il consiglio sulle tutine da far annusare ai cani. No Gino non è sordo: otto chili di protervia e di udito finissimo (L'altra, invece, 36 chili di umiltà e un udito così così) Melampo, mmmm: quello di Pinocchio, vero? (mi faceva tantissima pena, a te no?)
    Artemisia, Polinice è davvero un bellissimo nome, ma Polly è più orecchiabile, credo che a lei piaccia di più (a me di meno, ma non ho voce in capitolo :-)

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  9. figurati fa parte del mio mestiere dare certi consigli. ;)

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