Il bello di Nipotino in versione 3 D è che, nonostante sia preciso identico all’uomo di Munch (anche per via delle minuscole mani contro le invisibili orecchie), trasmette allegria. Mi basta gettare un’occhiata su questa nuova polaroid, che l’amico ginecologo in un guizzo di generosità ha consegnato a Figlia, specificando che si trattava di una copia “per la nonna”, per avere la certezza che sì valeva proprio la pena di venire al mondo. Nipotino è la continuità, è la straordinaria notizia dopo una lunga sequela di sfighe di vari formati. Nipotino è la vita. Nipotino è il patto col diavolo, quello di Dorian Gray: voglio riempire la casa di libri nuovi con tante figure e voglio ritrovare subito, oggi stesso, i libri vecchi con le mie storie preferite (Codaditopo, Raperonzolo, Il mistero delle tre melarance). Voglio un cesto di vimini pieno di giocattoli morbidi, che abbiano un odore fragrante che stuzzichi il desiderio di addentarli, quasi fossero manghi maturi (già lavati e sbucciati). Voglio che dal vivaio portino sulla mia terrazza una montagnola di sabbia (a costo di beccarmi la raccomandata dell’amministratore) e voglio un secchiello a pois, palette e stampini a forma di gatto, stella, cuore. Per finire, voglio l'accappatoio verde dell'Ikea che sul cappuccio ha disegnata la faccia di Shrek. Futuro Nonno Putativo è d’accordo, senza riserve. L’orso, le scarpine, la tuta arancione taglia 00 e il bavaglino coordinato che stazionano nello studio e sono meta di un condiscendente e rassegnato pellegrinaggio per chiunque ci venga a trovare non gli bastano più. Si vede che è stato incluso anche lui nel contratto diabolico per il recupero della giovinezza, dimensione evidentemente più esistenziale che anagrafica, di cui sono peculiarità inscindibili la noncuranza verso le possibili conseguenze legate a montagnola di sabbia in una terrazza di città e l’euforia alla sola idea di fare il bagnetto a uno piccolo (ma, si spera, con tanti anelli di ciccia) che potrebbe piangere inconsolabilmente perché o non vuole più uscire dalla vaschetta oppure (e questo è peggio) non ci vuole entrare.
i bambini amano l'acqua, almeno le mie... non riesco mai a tirarle fuori
RispondiEliminadisse una bambina di 4anni vicina di casa "non mi piace fare il bagno, non mi diverto" Risposta "ma non vedi come si diverte Giulia a farlo?" "per forza, lei è piccola, poi capirà anche lei" E COSI' FU.
RispondiEliminaMari
Le formine sono bellissime.
RispondiEliminaIl cesto dei giocattoli morbidi carinissimo.
Il secchiello a pois 'na schiccheria.
Le formine, il cesto, i giocattoli morbidi, il secchiello, la paletta, le costruzioni gommose, le costruzioni rigide, il bruco parlante, la formica cantante, la scimmia urlante tutti insieme...bhè, ci siamo capite...ne riparliamo tra un annetto ;)?
(hehe, dai scherzo...goditele le formine, ma capiscimi, io non ho più un salotto, ho un kindergarden...)
Susibita
Aha, il mostro piccolo a due mesi urlava come un pazzo a ogni tentativo di lavarlo, a un anno sedeva soddisfatto come un ridente buddha in miniatura tenendo tra le manine a pagnottina la paperella insaponata. Da mangiare (lui, non la paperella)
RispondiEliminaMa stai facendo la nonna per bene sferruzzando uncinettando e ricamando tutto quello che si può in via stettamente unisex?
RispondiEliminaIo la nonna l'ho dovuta ammanettare altirmenit sarei stata innondata di maglioncini impossibili da usare per clima e taglia!
Artemisia: così quando sei stanca sai dove metterle per riprendere fiato :-)
RispondiEliminaMarina: mi hai fatto sorridere (si potrebbe mica scrivere un libro che raccoglie aneddoti del genere?)
Susibita: hai reso l'idea, ma tanto da noi c'è già un inferno a terra perchè ho due cani con giocattoli canini
Marzipan: hai descritto il tuo bambino in modo da farmelo vedere (quando hanno pagnottelle al posto delle mani sono uno spettacolo)
Laura GDS: ehehehe, no mia figlia non corre un simile rischio :-)
La favola delle tre melarance...che bella!
RispondiEliminaMi chiedo se ne ricordi anche una che cerco oramai da più di 20 anni senza successo, me la raccontava mia nonna quando ero piccola piccola, ma quando mi è tornata in mente da grande, lei non ricordava più e il libro (del bisnonno) era andato perduto nei mille traslochi...
E' la storia di due bambini, uno figlio della regina e l'altro della domestica. La regina non riesce ad avere un figlio e una maga le dà da mangiare una mela miracolosa, lei mangia la mela sbucciata e la domestica la buccia, entrambe restano incinte e chiamano i figli rispettivamente Mela e Buccia, poi non ricordo come va avanti...
La Zingara
Francesca Valeria, l'ho chiesto alla community di yahoo answer, vediamo se qualcuno risponde!!
RispondiEliminaMari
Francesca Valeria, certo che me la ricordo: la fiaba è veneziana, risale al Medioevo e si intitola Pomo e Scorzo. La regina mangiò il pomo (la mela) la sua domestica la scorza (la buccia) e grazie a questo poco invasivo metodo di procreazione assistita, non ancora regolamentato a livello legislativo, ebbero due bambini. Quello della regina pallido pallido come appunto la polpa della mela, quello della domestica bianco e rosso (come, appunto, la buccia della mela)
RispondiEliminasu indicazione di Tabata http://student.bennington.edu/~ewisker/fiabe/nove_1.html
RispondiEliminaecco qui!
Mari
Ma siete fantastiche! Sono commossa...
RispondiEliminaLa mia nonna me la leggeva da un libro vecchio vecchio, sdraiate insieme nel suo lettone.
Grazie! Grazie! Grazie!
Ciao Francesca Valeria, anche mio nonno ben 45 anni fa me la raccontava ed allora aveva più di ottanta anni e mi diceva che era la fiaba che gli era piu rimasta impressa di sua mamma, famiglia novarese. Da anni la cercavo a più riprese su internet ma senza successo, quella del "bel pum e bela scorsa" , rigorosamente in dialetto della Lomellina.
EliminaGrazie di averne risuscitato il testo grazie alle amiche ed agli amici di questo blog. Cosi potrò anch`io raccontarlo alle mie figlie che nel frattempo son quasi diventate signorine.
Un' ultima cosa. Il testo al link indicato non mi appare. Potresti cortesemente inviarmelo? Grazie. filippo.fronterre@gmail.com.
Sapete mica se il metodo di procreaione assistita tutto naturale funziona anche adesso? Sarebbe utile...Che roba c'era dentro a quella mela?!?!?!
RispondiEliminaHo già interpellato l’UNHC (United Nations High Commissioner for Refugees) per tentare di proteggere Nipotino con l’applicazione della risoluzione 96/196/GAI: Posizione comune del 4 marzo 1996 definita dal Consiglio in base all'articolo K.3 del trattato sull'Unione europea relativa all'applicazione armonizzata della definizione del termine «rifugiato» ai sensi dell'articolo 1 della convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati.
RispondiEliminaMi faranno sapere
Tabata sei già avanti, mi permetto di suggerirti questa favola che non potrà mancare http://www.pinu.it/vardiello.htm quando mia madre me la leggeva si divertiva un sacco ed è sempre un piacere ricordarla in quei momenti!
RispondiEliminaSarà che mi sto rincoglionedo, ma ero sicurissima di avere lasciato un commento e nello specifico di avere chieso perché mai la cassettina di sabbia dovrebbe interessare l'amministratore. Sigh evidentemente o non l'ho lasciato o l'ho lasciato su FB. Sorry. Bello 'sto link della fiaba. Ma l'amore delle tre melarance non era anche quello del racconto di Carlo Gozzi, ricordi di liceo (il mitico Petronio volumone unicum sulla storia della letteratura italiana)?
RispondiEliminaMarinaM
Francesca valeria, la mela è sempre la mela: chissà mai...(ocio, però, la buccia deve essere rossa, mi s ache è questo l'essenziale)
RispondiEliminaFlavio: aspetto notizie
Rora: grazie mille! non la conoscevo, adesso la stamperò per Bambino (ma piace tantissimo anche a me)
Marina M: Quella che dico io è in un libro vecchissimo (edizione 1909) intitolato "la Torre del Mistero". Lo regalò mio nonno a mia madre bambina. E' possibile senz'altro che sia lo stesso che ricordi tu, ripreso da Gozzi