UNA PER UNO

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babbucce

lunedì 14 marzo 2011

SOLA SOLA

Il termine “sola” (con la “o” aperta) non c’è nel vocabolario (e qui si sta parlando del Devoto Oli) e la cosa sorprende non poco visto che di fatto rende l’idea di quello che intende esprimere come forse nessun altro del suo genere.  
Ed è esattamente come una che si è presa una strepitosa sola  (con la “o” aperta) che mi sento oggi. Tutta colpa dei luoghi comuni intorno alla figura della nonna che ho sentito e risentito fin dalla nascitataana grandissima strepitosa sola ice oggi, quasi che  tiravanongiarla diretatmente il tempo facendo torte. E che in effetti sono patrimonio condiviso, radicati come ventose nella nostra insipiente cultura e presenti perfino in alcune teorie psicoanalitiche. E’ o non è vero che certi autori di stampo younghiano sostengono che i bambini amano le tartarughe,  vere e disegnate, perché evocano i ritmi  lenti delle loro nonne?   E’ o non è vero che si è sempre sentito dire che le nonne sono signore che vivono all’insegna della saggezza, confezionando morbidi flan (per la ricetta vedi post “Lo strano caso delle voglie” del 24 gennaio)  e rinunciando alla puntata giornaliera di Sentieri e Beautiful solo in caso di fine del mondo? E’ o non è vero che insistenti voci di corridoio hanno da sempre sostenuto l’idea che le nonne sono pensionate e, come tali, non devono lavorare più come il più sfigato dei cammelli del più sventurato tra i beduini? E’ o non è vero che l’iconografia vuole che accanto alle nonne ci sia immancabilmente un gatto? Tutto vero e innegabile, neh? E invece no, signori, invece sono solo dicerie. Menzogne senza fondamento. Propaganda pura.  Altrimenti non si spiegherebbe la mia giornata di oggi, uguale a quella di ieri e a quella di domani: 11 ore secche al pc (senza peraltro recuperare il cronico ritardo che durante il sonno si trasforma nel terribile incubo della scala a pioli, caratterizzata da pioli che a mano a mano che si sale si sgretolano dietro di te). Non si spiegherebbe perché non riesco neanche  a preparare non dico un’insalata ma neppure un panino con la crema del Demonio (la Nutella) quindi mi tocca mangiarla direttamente dal barattolo. Non si spiegherebbe perché stamattina alle sei e trenta ero in giro tenendo al guinzaglio due cani che correvano al punto da indurre i pochi passanti insonnoliti a credere che stesse sfilando davanti ai loro occhi una riedizione di Ben Hur (sequenza corsa con le bighe). E alle sette e trenta ero già al desk, come dicono i miei colleghi anglofili (che dioliabbiaingloria). Sono una nonna vittima di una sola (con la “o” aperta): sono troppo giovane per andare in pensione; per pagarmi una badante che mi faccia la spesa, mi prepari da mangiare, mi porti fuori i cani; per prendermi anche un gatto (questo più che altro per via dei cani); per vedere non dico Beautiful ma almeno Sex and the city tutti i giorni. Allo stesso tempo, sono troppo vecchia per fuggire (destinazione Florida) con uno zaino in spalla; per farcela a uscire con gli amici dopo 11 ore di lavoro; per dire a Futuro Nonno Putativo di portarmi a un happy hour, un sabato sera in zona Milano da bere, per provare l’ebbrezza di mescolarmi ai quarantenni di oggi con la sindrome di Peter Pan.  Insomma, sono in bilico tra la ragazza che ero e la vecchina che diventerò. Chissà da che parte mi spingerà Nipotino, con le sue piccole mani nuove nuove.      

5 commenti:

  1. Tranquilla, anche la mimi-nonna è come te. Solo che lei ha 4 gatti, i flan è meglio che non li faccia (brava con le piante ma negata coi dolci), e non vede l'ora di andare in pensione (ma non si è capito bene quando) e comunque fa di tutto per sembrare IN-DIS-PEN-SA-BI-LE nel suo ufficio.

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  2. Laura GDS, ehehhehehehe hai reso benissimo :-)

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  3. Sai Tabata qual è il problema? Che nonni ci si diventa ancora abbastanza "giovani" e questo non ce lo ha raccontato mai nessuno. La nonnina che tu descrivi arriva (se arriva) quando i nipoti vanno all'università. In mezzo c'è un mondo. E te la devi sbrigare tu col tuo ruolo ibrido, con il mondo che è cambiato, col peterpanismo dei baby boomers cui ci onoriamo di appartenere, cogli studiosi che non aspettano altro che invecchiamo per vedere se lo faremo diversamente da quelli che ci hanno preceduto, col pensiero che comunque diventando nonni siamo noi a trovarci in prima fila nella linea generazionale e non abbiamo più ( o quasi) cuscinetti. Basta, smetto, mi sto deprimendo da sola.

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  4. Marzipan_28 ma hai notato che delle nonne della mia età non parla mai nessuno? Sono una specie di zona d'ombra...strano però No, non deprimerti ogni epoca della vita ha un suo fascino, credo che la tragedia sia solo per chi non vuole starci nell'epoca a cui appartiene

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  5. Ma sè, tutte storie. mia nonna pensionata mi ha assillato per tutta l'infanzia con il giornino e il punto catenella, visto che mia mamma lavorava e io stavo con lei tutto il giorno (sbagliato sbagliatissimo- se la mamma e il papà lavorano, la mattina si va all'asilo il pomeriggio si sta un po' con la tata e se i genitori escono tardi un po' con i nonni alternati materni e parteni. Per i miei figli sarà così) . Magari avesse avuto un lavoro!
    Mari

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