UNA PER UNO

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babbucce

domenica 4 settembre 2011

COSE DELL’OLTRETERMINE

Stamattina Figlia mi ha telefonato per informarmi di una novità che le ha riacceso il lumicino della speranza di partorire. Prima di lasciare che mi producessi in quelle sette-ottocento riflessioni tipiche di qualsiasi quasi nonna a fronte di una simile notizia,  mi ha pregato di non farne parola nel blog:
<<E’ cosa privatissima, oltretutto non interessa a nessuno>>
<<Ma…sono mesi che aspetto…avevo anche il titolo giusto…un gioco di parole…una metafora sulle bottiglie di champagne…>>
<<Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, pietà! Puoi invece accompagnarmi  a camminare. A questo punto più si cammina più si accelera>>
Cosa non si fa per conoscere un Nipotino. Sono andata a prenderla a casa sua per partire da lì alla volta della parte alta – molto alta e raggiungibile a piedi solo attraverso strade dissestate e in notevole salita – della nostra città a due piani. Neanche a dirlo pioveva e faceva caldissimo, quel caldo umido e appiccicoso che fa sentire agili come palombari dispersi sulla terra ferma e a proprio agio come pipistrelli sotto il sole di mezzogiorno. Appena ho visto Figlia, le ho chiesto notizie di eventuali dolori lancinanti, di eloquenti fitte, di inequivocabili contrazioni dolorose. Ero speranzosa tale e quale a Maga Magò nella Spada nella roccia (sequenza “arrivo nella capanna di Semola trasformato in passero) e come lei ero pronta a dire: “Stai male? CHE BELLEZZA!”, ma Figlia stava benissimo (ahimè, ahinoi).
Abbiamo cominciato a salire: di tanto in tanto Futuro Nonno Putativo, che non sta più nella pelle per l’ansia di vedere Nipotino, chiamava chiedendo se per caso fosse iniziato il travaglio-chimera e anche, già che c’era, notizie su eventuali progetti per il pranzo, senza ottenere mai una risposta confortante né per un verso né per l’altro (in questo lungo ed estenuante sabato del villaggio si mangiano solo patatine fritte e cornetti Algida).  
A un certo punto della passeggiata abbiamo incontrato una coppia di amici di Figlia (Federica e Alessandro) che avrebbero trovato una migliore e più adatta (nonché attualissima) collocazione sul red carpet di Venezia (lei tale e quale a Keira Knightley, lui una via di mezzo tra Scamarcio e Bova, ma con meno affettazione) e ci siamo fermate.
<<E allora?>> le hanno chiesto
<<Dunque stamattina ho….>>
<<ZITTA!>>, hanno esclamato. <<Qualunque cosa sia, preferiamo leggerla nel blog: è per amor di suspence>>.  
<<Non mi lascia scriverlo>>, ho spiattellato io
<<Come no? E perché mai? Ma per favore…Ma è il minimo che ci si aspetta…>>, ha decretato la coppia fashion.
<<Con discrezione, però, con un giro di parole>>, ha capitolato Figlia, in netta minoranza con la sua inspiegabile smania di privacy.
Dunque, oggi, ehm, 4 settembre, alle ore nove circa, si è verificato un fenomeno che ricorda un po’ quello che accade durante i brindisi e che autorizza a credere:
a) che Nipotino non sarà feto-per-sempre 
b) che Figlia non aspetta Dumbo (21 mesi di gestazione) ma un cucciolo di tipo umano 
c) che il travaglio vero e proprio, con efficaci doglie e regolamentari fitte ad altezza reni potrebbe iniziare anche stanotte.  

6 commenti:

  1. Ma quale privacy, senza pietà! Siamo scrittori cazzo! ;)

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  2. ... insomma la bottiglia è pronta, ho capito giusto? ;) non so se la storia delle "lune" è vera o no ma ieri siamo entrati nel primo quarto... vai che ci siamo!!! Figlia RESISTI !!! :))))

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  3. Lorenzo, ti do retta e quindi dico a Close che parlavo del "tappo" (mucoso). Ieri mattina è andato (non seguito da altri accadimenti di rilievo). Per quanto riguarda la luna, ormai puntiamo tutto su quella

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  4. ...in bocca a lupo a Figlia!!!
    seguo con trepidazione gli "ultimi" sviluppi, la magra consolazione è che PRIMA O POI uscirà...bisogna solo capire "quando prima" o "quando dopo"!!

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  5. Sì, Tabata, avevo capito ben bene ;)

    Credo che tutte siamo sempre in bilico fra aspettare che le cose facciano il loro corso e la tentazione di "aiutare", ma do ragione a Pamen, è bene aspettare e armarsi di pazienza... anche se io alla fine non ne avevo davvero molta! L'ultima settimana ho spento il cellulare perché non ne potevo più di amici e parenti che chiedevano
    "e allooooooooooooooooooooraaaaaaaaaaaaaaaaaa???" infatti ho guardato con meraviglia la mia compagna di stanza travaglio che si teneva acceso il cellulare e rispondeva agli sms !!

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  6. leggendo "una metafora sulle bottiglie di champagne" avevo già capito, ah ah ah!!! coraggio Figlia! ci siamo ci siamo ci siamo (notare la prima persona plurale che dà la misura del mio coinvolgimento!)!!!

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