UNA PER UNO

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babbucce

giovedì 1 settembre 2011

UN DETTO POCO CHIARO E TAGORE PER NIPOTINO

Nipotino non si decide a nascere. Figlia cammina come l’ebreo errante e quando non cammina fa le scale e quando non fa le scale fa i mestieri (tra lo sconcerto di tutte le donne della nostra famiglia allargata che piuttosto che pulire la casa sono - o sarebbero state - disposte a entrare nel Guinness dei primati sotto la voce “massima durata di una gravidanza umana”).  Nipotino non si decide a nascere e Figlia guarda sconsolata la sua agenda lasciata in bianco dal 30 agosto fino al 7 settembre: abituata ad avere il massimo controllo del suo tempo e della sua vita (ma da chi avrà preso?) era convinta che tutto – parto, montata lattea, ritorno a casa dall’ospedale, inizio dell’ allattamento, riduzione del numero delle poppate giornaliere da 10 a 4 – si sarebbe svolto in questo specifico lasso di tempo e che poi, dal giorno 8 settembre in avanti, le sarebbe stato possibile riprendere qualche attività extrapuerperale (anche di tipo lavorativo).
Nipotino non si decide a nascere e io ieri ho chiamato Lui, l’amico ginecologo (sì, l’ho fatto uccidetemi!) giusto per chiedergli se potevo contare su qualche chance che 'sto bambino venisse al mondo.
<<Hai fretta?>>, mi ha chiesto con una sfumatura di disapprovazione nella voce (secondo lui Nipotino a stare nella pancia un altro po’ non può che guadagnarci)
<<No, no>>, ho risposto falsa come una Vuitton acquistata in spiaggia.
<<Meglio così>>, ha tagliato corto lui, concludendo con un sibillino “A tempo debito” (anche mia nonna diceva così, non ho mai capito fino in fondo il senso di questa affermazione).
Dopo aver chiuso la telefonata (da cui ho ricavato ben poca soddisfazione) per ingannare l’attesa mi sono dedicata un po’ al Quaderno (formato piccolo, a righe, con la copertina nera) in cui da qualche mese copio a mano (con uno sforzo estremo, data la mia pessima grafia)  le poesie e i brevi racconti che  mi piacerebbe un giorno (chissà quando, però magari neppure troppo in là nel tempo) leggere a Nipotino.
Ho iniziato il Quaderno con questi versi di Tagore:   
Da dove arrivo? Dove mi hai trovato?
Così chiese il bambino alla sua mamma.
E la mamma gli rispose:
Tu eri nascosto nel mio cuore. Tu eri il mio desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia, in tutto quello che volevo.
Tu eri in tutti e miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre tu già c’eri.

2 commenti:

  1. mi piace mi piace mi piace come scrivi e cosa citi! :)

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  2. <>, ho risposto falsa come una Vuitton acquistata in spiaggia.

    hahaha!
    si capisce la fregola pero'!
    come va?

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