UNA PER UNO

UNA PER UNO
babbucce

sabato 17 settembre 2011

CI VEDIAMO ALLE SEI

Mi preparo con estrema cura, mi cambio dalla testa ai piedi,  attentissima anche a certi dettagli (niente bottoni/spuntoni/cerniere/collane/spille), mi spazzolo a lungo le unghie che ho tagliato cortissime, raccolgo i capelli ancora umidi, lavati con uno shampoo che non lascia profumo. Intanto guardo l’ora: manca poco alle sei e io mi avvio verso casa di Figlia sentendomi per la prima volta in perfetto equilibrio tra la ragazza che ero e la vecchina che sarò.  E’ come camminare su una fune larga, da un lato il passato, dall’altro il futuro: io procedo nel mezzo, senza tentennamenti, nè rimpianti nè ansie. Vado a trovare Nipotino e non c’è occasione, evento, impegno lavorativo per i quali rinuncerei a questo appuntamento. Guido con la musica a palla, ma non mi spazientisco ai semafori, non impreco  contro gli imbranati, non mi ribello ai cafoni, non ho fretta. E’ il mio sabato del villaggio questo breve tragitto in auto e me lo godo. Entro in casa di Figlia e prima di tutto faccio qualche coccola alla primogenita – un vecchio bellissimo lupo cecoslovacco – affinché non si ingelosisca, non si senta messa da parte, quindi raggiungo Nipotino.
Alle sei è sempre svenuto, stremato dal troppo latte: ha il piccolo corpo abbandonato, gli occhi semi-chiusi, le guance arrossate. Lo prendo in braccio: è leggero eppure maneggiarlo è estremamente impegnativo. Me lo avvicino al petto, stringendolo appena quel che basta per non farlo cadere (che gli dei mi proteggano da una simile terrificante eventualità) e lo guardo. E’ una tartarughina, è tale e quale a ET, solo molto più piccolo e infinitamente più bello (sia pure anche ET nel suo genere non scherzi). I suoi rari peluzzi biondi sono ben pettinati, con un accenno di riga alla Rodolfo Valentino. Voglio  il resoconto dettagliato delle ultime 24 ore. Scusami Figlia non è per invadenza, non è mio intento controllare e meno che mai esprimere giudizi,  sei la più brava mammina del mondo, non ho nulla da insegnarti, solo da imparare. Sei allegra, piena di energia. Non ti celebri. Non enfatizzi il dolore che hai provato. Non sottolinei la tua nuova fatica, affermi di non sentirla neppure. Sei irriverente nei confronti della sublimazione della maternità ma tieni Nipotino accozzato a te, offrendogli latte a volontà, mentre gli sussurri le parole segrete e sconclusionate e dolci delle mamme. Mi fai troppo ridere quando dici che sei la Mucca Carolina, perché non c’è nulla di più lontano da te – di nuovo efebica dopo solo sette giorni dal parto -  di un bovino.  E’ che mi interessa proprio cosa fa Nipotino, come se la cava nel mondo.  Figlia racconta e io un po’ ascolto un po’ corro avanti col pensiero, immaginandomi mentre gli terrò bordone quando sarà un ragazzo: come minimo appena avrà preso la patente gli presterò la mia macchina senza chiedergli quando me la riporterà. Nonno Putativo ci raggiunge dopo un po’. Si lava le mani, poi si siede e apre le braccia affinché gli serva Nipotino. Va be’, lo accontento: lui lo prende e se lo appoggia sulla pancia. Nipotino, pur sparendo così spalmato contro di lui, appare soddisfatto della sistemazione: un nonno di due metri di altezza per un metro e mezzo di larghezza in effetti è un ottimo sofà. L’interrogatorio per Figlia ricomincia: Nonno Putativo a sua volta vuole sapere tutto e non di seconda mano. Le notizie che vuole da Figlia, che è la prima mano, la fonte diretta, riguardano numero di poppate, colore della cacca, frequenza dei cambi di pannolino, stato del cordone ombelicale, intensità del pianto. Al termine del bollettino (invidiabile) a malincuore restituiamo a Figlia la sua cozzetta, quindi ci avviamo alla porta.
<<Ci vediamo domani alle sei>>, mi dice Figlia.      

7 commenti:

  1. non ci sono parole (o meglio al momento io non ne trovo!)…
    un post commovente, dolcissimo e sereno!!!
    mi hai fatto pensare al mio papà… desiderava tanto una nipotina e quando finalmente è arrivata, se l'è goduta solo 4 anni prima di andarsene per sempre…
    la mia bimba (ora ha 8 anni) dice di ricordarlo bene (secondo me raccoglie i racconti miei e di mia madre e li tramuta in suoi ricordi) e mi chiede spesso in cosa gli somiglia, cosa ha in comune con il suo nonno…
    i nonni sono importanti! brava nonna Tabata, sei una gran nonna!!!

    RispondiElimina
  2. Soleenuvole, non ci credo, anche mio padre se n'è andato alla vigilia del quarto compleanno di mia figlia. Dopo di lei sono arrivati altri tre nipoti che lui non ha potuto conoscere, e di questo mi cruccio ancora a vent'anni e passa di distanza. Inoltre il mio secondo figlio è il suo ritratto, forse non a caso, perchè la natura aborre il vuoto.
    Tabata, questo appuntamento d'amore quotidiano è commovente, e, a differenza degli amori adulti, può solo crescere.

    RispondiElimina
  3. Tabata Potter
    Soleenuvole, marzipan i vostri comemnti mi danno sempre tanto, grazie davvero

    RispondiElimina
  4. Che meraviglia... mi piace come ti poni "nonna tabata" non invadente, misurata, consapevole del dono che avete ricevuto tutti, una nuova vita che si affaccia al mondo e che in voi troverà un nido, un ramo su cui crescere sereno prima di spiccare il volo verso innumerevoli nuove avventure... un sorriso, tanto amore... e bracia aperte sempre pronte ad accoglierlo anche nelle difficoltà della vita... goditi il tuo cucciolo :-)

    RispondiElimina
  5. "Due metri di altezza per uno e mezzo di larghezza, un nonno un sofà", e io non posso non ribaltarmi da ridere.
    Cara Tabata, ti sei presa un armadio! Però è vero, gli uomini alti di solito sono anche attraenti.

    Del tuo tenerissimo resoconto mi colpisce la musica a palla in macchina. E' proprio vero, sta davvero avvenendo lo scatto generazionale, le nuove nonne sono cresciute con U2, Duran Duran, Zucchero, Vasco, Liga, Aerosmith, il Boss, et al, senza disdegnare i classici per carità, ma insomma, ci ritroviamo a 50-60 anni con gonnina a tubo o pantaloni con la piega bon ton, ma rokkettare nell'anima.

    Che musica ascolterà Nipotino? Ricordo che con i miei ebbi un rigurgito di tradizionalismo, e sentii il bisogno di saltare indietro nel tempo, alle filastrocche di mia nonna, il grillo e la formicuzza, madamadorè, pan da re e da regina. Senso di appartenenza? Ricerca della famiglia, anche in senso storico?
    Ricordo che avrei voluto avere mia nonna accanto e ancora mi chiedo le ragioni profonde di quella necessità.

    Cos'è la voglia di nonna?

    Eppure mia mamma c'era. Un po' impegnata nel lavoro, ma c'era. Veniva una volta a settimana con tegliate di ottimo cibo cucinato da lei, per alleggerirmi il lavoro in cucina.

    Ho sempre pensato che la mia voglia di nonna, quando sono diventata mamma, nascesse dalla tenerezza che da mia nonna ho avuto. Diventare mamma fa emergere tutta la tenerezza che hai dentro, e insieme al gorgo torna su anche la nonna.

    Penso che Nipotino sia fortunato: già è accozzato ad una mamma tenera, poi c'è Nonna Tabata, che di tenerezza è fatta, e anche di zucchero filato, e miele, e latte, e.... Rock and Roll! :D

    laquarantatre

    RispondiElimina
  6. ma come "domani alle sei"?!?!?!
    ma non sei lì da mane a sera?
    e la consuocera?
    non ci delizi con la descrizione di tutti i familiari vis à vis col piccolo?
    :-)
    francesca valeria

    RispondiElimina
  7. allora??? vi vedete alle sei… non lo trovi un po' di tempo per raccontarci qualcosa? mi mancano i tuoi dolci e commoventi racconti! :)))

    RispondiElimina