UNA PER UNO

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babbucce

lunedì 9 gennaio 2012

CERCANDO UNA TATA

Non può tenerlo sempre Figlia, deve lavorare. Non posso tenerlo sempre io, devo lavorare. Non può tenerlo sempre l’altra nonna, non deve (più) lavorare ma reclama qualche ora d’aria giornaliera, visto che ha altri due bambini (i figli di sua figlia) a cui badare per tre pomeriggi alla settimana. Nonno putativo, nonno bio e Genero Preferito  non sono neppure da prendere in considerazione per il babysitteraggio e la nonna putativa non ha ancora finito il liceo (va be’ ho un po’ viperamente esagerato comunque a scuola ci va ancora anche se la sua postazione da qualche anno è non “sui” ma “davanti” ai banchi) quindi di contare su di lei non se ne parla neanche. Il nido è stato escluso per la più banale delle ragioni: quasi di certo non risolverebbe il problema visto che dopo un minuto di permanenza il novantanove-virgola-nove (periodico) dei piccoli iscritti si ammala e viene rispedito al mittente col suo corredo di germi abilitati a causare febbre-tosse-raffreddore-mal d’orecchi-mal di pancia per almeno 25 giorni al mese (domeniche incluse). Nonostante il nostro inossidabile ottimismo e la propensione a ritenerci, chissà perché, simpatiche agli dei, Figlia e io abbiamo scartato l'ipotesi che Tommaso appartenga a quello 0,001 per cento di bebè che non subisce il contagio della miriade di agenti patogeni che trovano negli asili nido il proprio habitat ideale.   E così stiamo cercando una tata. La via scelta è il tam tam: parenti e amici vicini e lontani sono stati consultati e invitati ad aiutarci a trovare la Persona Giusta. Ogni mamma (e naturalmente anche ogni nonna) ha un’idea precisa della Persona Giusta. Il requisito che Figlia e io consideriamo irrinunciabile per una tata è che le piacciano i bambini e che vedendo il nostro s’innamori perdutamente dei suoi anelli di ciccia e del suo odorino buono.  E’ un bambino felice, incline al sorriso, capace di apprezzare i piaceri della vita, come la tetta e il massaggio con olio di mandorle nonché grande estimatore  degli orecchini pendenti, che afferra con entusiasmata foga: è ovvio che sulla base di simili caratteristiche chi dovrà occuparsi di lui dovrà prima di tutto volergli bene, altrimenti non fa per noi. Oggi, su delega di Figlia, ho parlato con la prima aspirante tata del nostro scarno elenco, trovata tramite l’amica di un’amica e perfetta, almeno sulla carta, sia per tipo di istruzione (diplomata al liceo socio-pedagocico e al quarto anno di scienza della formazione) che per aspirazioni (obiettivo certificato: lavorare con i bambini).  La prima, primissima cosa che mi ha detto con tono deciso quanto algido è stata: <<Bisogna vedere se mi sono comodi gli orari che dovrò fare, perché devo studiare, preferisco non lavorare di sera e al venerdì raggiungo il mio fidanzato che vive nella città di F. E quanto sarebbe il compenso?>>.
Non ha chiesto niente del grassone: né la sua età né se è già svezzato né se è un bimbo docile oppure ribelle.
<<Ah, peccato>>, ho detto io. <<A noi la tata serve tutti i giorni dalle 9 di sera a mezzanotte e il sabato e la domenica dalle otto del mattino alle otto di sera. Grazie lo stesso>>. Le ho teso la mano e l’ho vista allontanarsi con sconfinato sollievo: tranquillo grassone, se tata deve essere, tata dolce e appassionata e amante dei bambini sarà.   

11 commenti:

  1. Io ho trovato una tata con il passaparola delle mamme ai giardini. Sta con me da 4 anni, ovvero da quando la mia secondogenita era ancora in pancia e la primogenita aveva appena soffiato sulla prima candelina.
    E' come una nonna, non più giovane, quindi, ma dolce, affettuosa, e estremamente pratica. Se le bimbe si ammalano mi telefona per sapere come stanno, e non resiste a comprare loro dei regali. Ormai l'abbiamo adottata come parte integrante della famiglia.
    Spero che riusciate nella titanica impresa di trovare qualcuno a cui affidare il vostro più prezioso tesoro!
    Gianna

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  2. Non credo che la tipa intervistata abbia scelto la strada giusta nella vita. La vedrei meglio in un corso per ufficiali dell'esercito.

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  3. Anche io ho optato per una "nonna giovane", una signora con 10 anni meno di mia madre, che quindi ne aveva 53 al momento dell'assunzione e che sta con noi da 11 anni.
    Non è quella delle esperienze estreme, è passata da essere esperta conoscitrice di pomatine e facce da tosse a grande giocatrice di rubamazzo, scopa e briscola...Non è velocissima nel rincorrerli nel parco, ed ha ansie maggiori delle mie, ma ha una pazienza infinita e risente i loro racconti mille e mille volte senza tradire la minima noia!
    Io la considero una zia, un pò la adoro, un pò la invidio (essere pagata per stare coi miei figli....che fortuna), però sicuramente mi ha ridato la vita!!!
    S'è fatta lunghe passeggiate con mia madre, che ovviamente adora e rispetta come capobranco più di me!
    Insomma in bocca al lupo e sappi che diventerà una di casa...vi riconoscerete quando la vedrai!
    Monica

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  4. bello quel "vi riconoscerete appena la vedrai" scritto da Monica qui sopra; concordo in pieno e mi sei piaciuta tu nel liquidare l'aspirante tata… se posso dire la mia, lascerei perdere quelle con il titolo di studio "giusto" a meno che non siano anche mamme e mi concentrerei su donne con figli più o meno adolescenti che andranno in brodo di giuggiole al cospetto di Tommaso, dei suoi rotolini di ciccia e del suo profumo! Buona caccia!

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  5. ...ma che bestia!!!

    l'hai liquidata benissimo, brava!

    fv

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  6. Anch'io tata, dai 10 mesi del mio piccolo fino ai suoi 2 anni, in cui e' entrato al nido, e poi saltuariamente per le settimane di chiusura della scuola materna, fino ad adesso che il piccolo ha 4 anni. Sempre lei. Tre anni meno di me, una sorella minore, una zia meravigliosa per il mio cucciolo. Le voglio bene, il mio piccolo le vuole bene, lei ci adora. L'ho vista diventare mamma, e sono diventata zia anch'io. Dovete scegliere bene, benissimo. Dovete scegliere a pelle. La mia, la prima volta che e' venuta a casa a conoscere il piccolo e' entrata gattonando e con un paio di ali da fatina sulla schiena...

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  7. Anche noi avevamo scartato l'idea del nido, per motivi per lo più economici (l'unico del paese è privato convenzionato col comune, ma a meno che tu non sia davvero povero in canna, paghi la retta piena e te la raccomando, oltre ad una serie di altre boiate nel loro " piano educativo" e a quella sensazione di distacco gelido a cui non affiderei mai un bambino) poi abbiamo visto quanto le piacesse stare a contatto con altri bimbi, ce ne siamo fatti una ragione, 2 conti, e trovato il nido del paese vicino più abbordabile come costi e più accogliente come atmosfera. Malattie? 1 mese e mezzo, poi basta. Certo bisogna avere l'accortezza di non rispedirceli appena scesa la febbre o imbottiti di farmaci come vedo accadere ai compagni di mia figlia, figli di genitori che, per scelte o per obblighi, non possono tenerli a casa quella mezza giornata in più per essere sicuri che si siano ripresi del tutto. Però mi pare di capire che Tommaso abbia abbastanza persone attorno a sé per poter stare tranquillo il tempo che basta per riprendersi bene, farsi gli anticorpi e poi non aver alcun tipo di problema con i compagni malaticci. E soprattutto non tagliate troppo fuori papà e nonni dalla cura: fa male sopratuttto a Tommaso che si farà col tempo l'idea che solo le donne si devono prendere cura dei bambini.

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  8. Ehi Monica, guarda che ci conto su quello che hai detto (vi riconoscerete), promesso, vero?
    Soleenuvole, sì sì hai ragione, il titolo di studio è l'ultima cosa, ma questa prima tata ce l'aveva (solo quello però)
    Anonimo(a), non sai come ti ho invidiato la tata entrata carponi con le ali da fata sulla schiena: ecco così è la Persona Giusta
    Gianna mi rincuori: il tam tam può dunque fuznionare (speriamo)
    Laura GDS tutto vero, ma grassone è veramente ancora troppo piccolo per apprezzare i piaceri della socializzazione. Fino all'anno Figlia lo vuol tenere a casa, coi microbi di casa :-)

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  9. Sono l'anonima della tata-fata, ora non piu' anonima, mi chiamo Elena, piacere :-)
    La mia tata l'avevo trovata rivolgendomi ad un'agenzia specializzata (l'unica della mia citta'). Non ce ne sono da voi?
    Lei non aveva un titolo di studio specifico ma aveva fatto dei corsi preparatori (tipo pronto soccorso infantile) e dei laboratori per le attivita' di intrattenimento dei bambini. Certo era abbastanza costoso, e lei faceva solo quello che aveva a che fare con il bambino. Ma davvero per noi e' stato un trovarsi a pelle, il mio piccolo era felice di restare con lei quelle 5 ore al giorno in cui entrambi i genitori erano al lavoro (non vi dico le acrobazie di orari per incastrarci, con due lavori a tempo pieno). Ma se il mio piccolo e' quello che e', sereno e felice, lo devo in parte anche a lei, e questo vale tutto.

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  10. Elena, piacere mio :-) Assolutamente certo che l'unica cosa che conta è che grassone sia felice con la tata

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  11. Nonono! La Mimi ha iniziato a tre mesi prima con il nuoto, poi attraverso i gruppi mamme e il gruoppo di massaggio neonatale ad interagire con altri bimbi, e poi al parco giochi (dove ha imparato ad usare correttamente lo scivolo prima di camminare da sola) e non era troppo presto, anzi! Non credo proprio che sia troppo presto per grassone (se posso permettermi di chiamrlo anch'io così) per socializzare con altri bimbi

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