UNA PER UNO

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babbucce

venerdì 27 maggio 2011

PRIMO ACQUISTO PER BAMBINO

Un po’ per scaramanzia un po’ perché la (presunta) data del parto  le appariva lontanissima,  Figlia, prima di ieri, non aveva acquistato ancora nulla per Bambino. A dire il vero,  all’inaugurazione di un negozio di articoli per l’infanzia stava per comprare un primo stock di tutine azzurre, ma i modi scostanti della commessa l'avevano fatta desistere. Ieri la svolta.
<<Gli ho preso una cosa magnifica>>, mi ha detto al telefono.
<<????>>
<<Indovina: 3 tentativi>>, ha proposto. <<E’ abbastanza facile>>
<<La carrozzina…>>
<<ACQUA!!!!>>
<<Le tutine per l’ospedale…>>
<<ACQUISSIMA!!!!>>
<<I bavaglini che stanno vendendo ovunque le suore missionarie...>>
<<Spiacente! Hai perso. Va be’ te lo dico io: una BAT BOX!>>
<<Non so cosa sia>>, ho detto mentre vaghe reminiscenze legate a Figlio bambino mi suggerivano immagini di mantelli e passamontagna neri.
<<E’ una casetta per pipistrelli domestici. Si appende in terrazza, un pipistrello arriva, la guarda e ci viene ad abitare. I pipistrelli proteggono dalle zanzare senza inquinare, eco-killer li ha chiamati il Corriere. Così Bambino avrà sonni tranquilli, non dovrò mettergli il repellente. Non dovrò usare la tavoletta, o gli ultrasuoni, o lo zampirone. Che ne dici?>>.
Dico che è perfetto. Dico che questa casetta cade a fagiolo. Ho da pochissimo scritto una storia per bambini (utile per favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, la generosità, l'apertura verso gli altri) che ha per protagonista un pipistrello. Quando si dice la coincidenza. Quando si dice la premonizione. La metto qui sotto,  chissà mai che qualcuno abbia voglia di leggerla (o di leggerla a un bambino).
LA STORIA DI PIP
C’era una volta un piccolo pipistrello di nome PIP, che viveva in un castello costruito su una collina molto facile da raggiungere anche a piedi, figuriamoci in volo. PIP era nato con una grande allegria nel cuore, ma in breve tempo si era accorto che il sentimento gioioso, che gli pareva facesse parte di lui era invece sparito per lasciare posto a vaghe sensazioni di tristezza e di preoccupazione.  Pensa che ti ripensa riuscì anche a capire la ragione di questo cambiamento: gli altri pipistrelli che vivevano nel castello (a occhio e croce una trentina, con precisione non avrebbe saputo dirlo perché aveva imparato a contare solo fino a 10)  erano tutti di colore scuro: o grigio antracite o nero notte fonda. Lui invece era bianco, un colore insolito per un pipistrello.  Di un bianco luminescente, di sicuro piacevole da vedere ma maledettamente diverso dal nero notte fonda e dal grigio antracite degli altri pipistrelli. Il guaio era che Pip ci aveva provato a fare amicizia con gli altri pipistrelli, per esempio tentando di unirsi ai loro giochi e alla loro scorribande notturne e salutandoli sempre per primo con grande gentilezza. A dire il vero aveva anche  cercato di partecipare alle battute di caccia (caccia agli insetti) che si svolgevano puntualmente ogni giorno al calare delle tenebre. Ma gli altri pipistrelli o lo ignoravano o lo guardavano con infastidito stupore e lui leggeva nei loro occhi una terribile domanda: “Chi è questo biancone qui?” e una ancor più terribile risposta: “Non ce ne importa nulla, basta che se ne stia lontano da noi”.  Per forza che si sentiva triste! Un giorno però accadde qualcosa: stava gironzolando tutto solo nel castello quando gli si avvicinò Vespertilio, il pipistrello più vecchio e più saggio del clan e gli disse:
<<E’ un po’ che ti tengo d’occhio e mi sono accorto che per te le cose non girano per il verso giusto. Sei sempre un po’ giù di morale, mi vuoi dire cosa c’è che non va?>>
PIP riflettè un attimo prima di rispondere: possibile che il vecchio e saggio pipistrello non si fosse accorto che lui era bianco e gli altri tutti scuri? Evidentemente era così, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di chiedere spiegazioni. Allora PIP riordinò le idee e precipitosamente (un po’ si vergognava di quello che stava per dire) disse:
<<Ecco io mi sento infelice perché sono bianco e non scuro come tutti gli altri pipistrelli che abitano qui. Così loro non mi fanno giocare, non mi invitano alle battute di caccia agli insetti e di giorno, quando viene l’ora di dormire a testa in giù, non mi fanno posto sul cornicione. E’ terribilmente difficile essere bianco quando tutti gli altri sono neri come la notte fonda o tutt’alpiù grigio antracite. Vorrei essere esattamente come loro, odio il mio colore.>>
Il vecchio e saggio Vespertilio guardò PIP negli occhi poi gli disse:
<<Mi chiedo se riesci a ricordare una volta in cui essere bianco, di questo tuo bel bianco splendente, sia stato importante per te>>.
PIP si concentrò sulle parole del vecchio pipistrello saggio: con la memoria andò indietro fino a quando ricordò.
<<Una volta>>, cominciò a raccontare,  <<mi ero allontanato dal castello e mi ero perso nel bosco. Mia madre è venuta a cercarmi, ma faticava a individuarmi nel buio pesto della notte e poiché io stavo fermo, tutto tremante addossato a un albero non riusciva neppure a captarmi con il suo udito che pure è finisismo. Ma a un tratto la luna è sbucata dalle nuvole e i suoi raggi hanno illuminato il tronco contro cui mi ero rifugiato. Grazie al mio colore bianchissimo la mia mamma che proprio in quel momento stava guardando nella mia direzione riuscì a vedermi. Mi venne incontro, mi abbracciò e mi disse che era proprio una bella fortuna che io fossi nato tutto bianco.  Se fossi stato scuro non mi avrebbe visto e io probabilmente non l’avrei mai più ritrovata: mi sarei allontanato troppo, confuso com’ero e poi non sarei più riuscito a ritrovare la strada di casa>> Mentre parlava PIP iniziò a capire e quando concluse il suo racconto ebbe un lampo: essere diversi dagli altri a volte può essere meraviglioso! Vespertilio, quasi gli avesse letto nel pensiero, disse a voce alta:
<<Visto? Non dimenticarti mai questa esperienza, ti aiuterà a ricordare che essere diversi può essere un punto di forza e che quello che veramente conta nella vita non è solo l’aspetto fisico>>.
<<Sì, però>>, obiettò PIP, <<a volte mi piacerebbe essere come gli altri: per esempio quando si gioca a nascondino ho più problemi degli altri a non farmi trovare, perché il bianco luccica e attira l’attenzione>>.
<<Mi è venuta un’idea>>, disse il saggio Vespertilio che era anche molto generoso. <<Ti regalerò un mantello nero col cappuccio, che potrai indossare ogni volta che i  tuoi amici giocheranno a nascondino o, comunque ogni volta che vorrai sentirti esattamente come loro>>. Detto fatto, trasse da dietro di sé un bel pacchetto regalo con tanto di fiocco rosso e glielo porse.
PIP tolse la carta luccicante e si trovò tra le mani un bellissimo mantello scuro che indossò subito. Gli stava a pennello: aderiva alla perfezione alle membrane sottili  che formavano le sue ali mentre il cappuccio diventava un tutt’uno con la sua testina, lasciando sbucare solo le orecchie (unica parte naturalmente scura del suo corpo). PIP volò rapidamente verso il grande specchio che stava nell’atrio del castello e si guardò: come era stato facile diventare come gli altri. Mentre rifletteva sulla capacità di un mantello di annullare le diversità, venne raggiunto da due piccoli pipistrelli, che si chiamavano CHIRO e TERO e che erano proprio quelli che si comportavano sempre in modo particolarmente scostante con lui. In coro gli chiesero: <<Chi sei?>>. <<Sono PIP>>, rispose.
Lo guardarono increduli: <<Ma non eri bianco?>> <<Sì, ma mi sono messo questo mantello nero>>, spiegò PIP
In quel momento giunge anche Vespertilio con in mano due pacchetti identici a quelli che contenevano il mantello di PIP. Li porse a Chiro e a Tero i quali li scartarono febbrilmente, molto eccitati dall’idea di quel regalo inaspettato. Dalla carta luccicante vennero fuori due mantelli bianchi perfettamente a misura di pipistrellino. I due li indossarono subito, gettarono lo sguardo sullo specchio e scoppiarono a ridere: loro erano bianchissimi, PIP scuro scuro.   In un lampo si abbracciarono tutti e tre:i mantelli del saggio e generoso Vespertilio li avevano resi uguali, permettendo comunque a ciascuno di essere diverso dagli altri due. Tenendosi per il patagio iniziarono a svolazzare per il castello sentendosi molto ma molto felici: da quel giorno in avanti tutti e tre avrebbero potuto scegliere quando immedesimarsi nell’altro o quando essere se stessi: i vantaggi ci sarebbero stati per tutti. I pipistrelli neri con addosso il mantello bianco avrebbero potuto smarrirsi nel bosco nella certezza di essere ritrovati, e PIP avrebbe potuto finalmente vincere qualche partita a nascondino.


16 commenti:

  1. bella! già salvata, insieme a vardiello, per il futuro... anche io ancora non ho preso nulla, ma giusto questa settimana ho comprato... la bat-box! dici che vale come acquisto per la prole? ;)

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  2. Figlia giura di sì, che è un ottimo acquisto. Rora, mi raccomando raccontami il tuo primo acquisto (sai che ormai seguo anche la tua gravidanza con grande interesse :-)))

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  3. Un giorno mi dovrai far conoscere Figlia. La bat-box come primo acquisto pre natale è allo stesso tempo geniale e perverso. Il racconto è delizioso. Ti sto scrivendo mentre un ragnetto sta attraversando lo schermo del computer, appeso a un luccicante filo di ragnatela...

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  4. davvero Tabata, io e figlia abbiamo moltissimo in comune :) penso che il primo acquisto non si farà prima della fine di agosto, perché anche io purtroppo sono scaramantica... ti terrò aggiornata, ho giù un'ideuzza. scusa se non c'entra, ma mi chiedevo se pubblicherai qui qualche altra informazione sul tuo libro.

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  5. Lorenzo, certo che ti farò conoscere Figlia: chissà magari alla presentazione del tuo libro. Al ragnetto hai dato un nome? Ricorda che ragno porta guadagno, meglio che tu te lo faccia amico. E poi fa perfino la ragnatela luccicante: diciamolo, niente abbellisce un pc più di un ragnetto.
    Rora, sì tu e Figlia avete un po' di roba in comune. Comunque almeno l'ideuzza la potevi dire... (Il mio libro, quello che ho scritto lo scorso inverno, uscirà in libreria il 13 luglio, si intitola "Il grande libro italiano del bambino", l'editore è Rizzoli e nella dedica ho dovuto scrivere "al mio nipotino nuovo di zecca", senza mettere uno straccio di nome perchè 'sto bambino il nome definitivo ancora non lo ha, mannaggia a loro)

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  6. Adorabile la storia di pip.. sicuramente piacerà tantissimo a nipotino, specialmente con un abitante nella bat box -oggetto che anch'io, detestando le zanzare, bramo da tempo-..

    Alla fine vedi che sono riuscita a iscrivermi!;)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. che bel racconto...mi commuove ancora di più del dovuto, perchè come ben sai ho dovuto comprare anch'io quattro mantellini rosa, per per far si che il giallo non fosse una diversità insormontabile, ma un valore aggiunto da scoprire al momento opportuno.....e ti garantisco che ormai il mantellino rosa se lo sono già tutti dimenticato....anzi, a spesso c'è chi mi chiede dove si comprano quelli gialli, visto che "quelle" che indossavano i rosa sono diventate "piccoli fari" per molti dei loro amici (e anche dei miei!!!) bacini a cugina, cuginetta e cuginettino!!! :-)

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  9. p.s. la bat box è uno splendido regalo, ma perché venga scelta come abitazione, devono venir rispettate le regole di montaggio e le misure richiesteche sono indispensabili per la sicurezza dei pipistrelli (minimo 4 metri da terra, parete protetta dalla pioggia scrosciante, con almeno 5/6 ore di esposizione al sole primaverile-estivo e non vicino a luci forti...noi stiamo aspettando i primi inquilini della nostra....) bacetti!

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  10. Ehi Ginevra, mi hai fatto venire un magone, ma poi pensando a come sono le tue bambine mi è passato subito. Le tue bimbe sono uno spettacolo della natura, sono il sole, la vita.
    Giulia, benvenuta! Sono felice che tu sia qui. E dai, per la bat box, a casa tua non può proprio mancare

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  11. Sai Tabata, anche io ho fatto come Figlia: ho aspettato l'ultimo mese a comprare qualcosa per la bimba. Pero' devo ammettere che lei ha proprio avuto una genialata!
    Complimenti per la storiella! Io mi sento un po' Pip..... e' grave?
    Dammi notizie del tuo libro quando vuoi!
    A presto

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  12. Tabata, ho appena letto la storiella di Pip al mio piccolino. Ovviamente a meno di 8 mesi non capirà granché del contenuto, ma io seguo il consiglio di leggergli qualcosa tutti i giorni x appassionarlo alla lettura. Speriamo funzioni :-)

    Comunque anche io ho comprato tutto l'ultimo mese, tanto prima non serve a nulla ;-)

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  13. Ciao Tabata!
    Segue sempre con curiosità e affetto il tuo blog, ma oggi mi sono proprio commossa.
    La storia di Pip è davvero meravigliosa.
    Sono mamma di una bimba con un handicap fisico, e da sempre sono alla ricerca di storie come la tua, che parlino di diversità ed integrazione.
    Tu sei riuscita a farlo con una delicatezza straordinaria.
    Ho letto che ci hai "fatto dono" di questa storia, e io l'ho subito raccontata a mia figlia, e l'abbiamo illustrata insieme.
    Perchè non la pubblichi?
    Vorrei tanto che tu ti mettessi in contatto con me. Puoi scrivermi una mail?
    Gianna

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  14. Scusa, la mia mail, che non compare, è:
    gianna_fallani@libero.it

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  15. :) l'ideuzza è una certa culla http://www.green-lullaby.com/eco_cradle.html, ma solo se la mia sarà inutilizzibile, oltre ad una certa decorazione per le pareti del soggiorno (che sarà lo spazio della prole fino ad eventuali vincite al lotto) http://www.google.it/search?q=mario+wall+stickers&hl=it&prmd=ivns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=93fjTb2cHpDRsgbO3diLBg&ved=0CEQQsAQ&biw=1785&bih=894; fino a settembre non ci voglio pensare, intanto la mia bat-box è ancora disabitata... colpa del gatto? :D
    ps: aspetto il tuo libro con interesse

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