UNA PER UNO

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babbucce

lunedì 17 febbraio 2014

MAI PRIMA

A me fino a ora non era successo mai. Mio padre come minimo mi invitava a tenere dritte le spalle. Mia madre a togliermi i capelli dalla bocca, a sorridere, a non fissare la gente (non è educato guardare così). 
La mia tata si preoccupava principalmente di cancellare le tracce di inchiostro di cui era prodiga la mia Pelikan verde e nera. Si chinava inflessibile dopo aver inflessibilmente inumidito di saliva il fazzoletto e zac, zac mi scorticava le guance fino a togliermi l’infamante blu. Poi è stata la volta di Figlia,  ansiosa, impietosa e insoddisfatta vestale della mia immagine, capace di individuare a colpo d’occhio la minima scorrettezza stilistica, la più piccola caduta di tono e di rimarcarla con accenti accorati, perché si sa una figlia femmina fa per due Anne Wintour in assetto di guerra. Quindi è arrivato Figlio, che per tutta l’adolescenza è vissuto in perenne imbarazzo per  come potevo apparire, così strana com’ero a suo giudizio, agli occhi dei suoi amici. Per non parlare di Nonno Bio, perennemente crocefisso al terrore di quanto di sconveniente avrei potuto dire da un momento all’altro, nel corso di una cena o di una conversazione, nella metro oppure al cinema e perfino durante una sosta all’Autogrill.   Dalle parolacce, alle frasi a effetto, dalle citazioni colte, alle battute ironiche, dalle osservazioni acute alle riflessioni ingenue tutto temeva, povero, pudico Nonno Bio.
Un po’ meglio Nonno Putativo che, a onor del vero, non si vergogna di me, non sta sulle spine, se ne frega di come mi vesto e più ancora se dico parolacce e non mi strofina le guance con la saliva quando sono sporche di inchiostro. Un po’ meglio sì, ma nulla in confronto  a quanto mi succede con Nipotino.
Accade quanto lo vado a prendere all’asilo, cioè quattro volte alla settimana (dal lunedì al venerdì, martedì escluso ché è il turno di nonno Bio).
Entro nell’edificio, percorro il corridoio e mi avvicino piano, quasi in punta di piedi, alla stanza dove i bambini giocano. Sto immobile, zitta e aspetto, con la complicità delle maestre, che lui casualmente alzi gli occhi verso di me. Non devo attendere molto, credo che  senta l’ora con un’antenna speciale e quindi sappia che io sono arrivata, prima ancora di vedermi.
Mi guarda, si alza svelto, e corre verso di me, uno spruzzetto di sole gioioso che trilla: <<Nonna, NONNA! NONNAAAA!!!>>.
Poi, ed è questo che non mi era successo mai, mai e poi mai, si illumina di orgoglio, orgoglio per me.
Dopo avermi raggiunto e abbracciato, con occhi stellati si gira verso gli amichetti e le maestre e le mamme, le nonne, i papà, i nonni  già lì a ritirare i loro bambini, e grida con la sua vocina allegra e potente:
<<Eccola, quetta è la mia nonna. E’ LA MIA!!! La mia nonna. LA NONNA LAURA. MIA MIA!>>. Non contento, si rivolge ai singoli: <<Guarda Stella: è la mia nonna>> dice, per esempio, alla sua maestra.  Poi si aspetta che tutti si complimentino, e non coglie alcuna eventuale ombra di noia o indifferenza nello sguardo dei suoi amichetti.

E’ gioioso e orgoglioso di me, come mai nessuno al mondo è stato e come mai avrei pensato che qualcuno potesse esserlo. Non me lo merito, ma me la godo e mi auguro con tutto il cuore che quando qualcuno dei suoi amichetti gli dirà che non c’è niente di invidiabile in quella nonna tanto sbandierata  lo faccia  in modo soft, con gentilezza. 

7 commenti:

  1. La normalità è talmente noiosa e nipotino, con la sincerità e la saggezza dei suoi 2 anni l'ha perfettamente capito!
    Viva npotino!
    Marica

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  2. Oddio piango come una fontana....
    Ho idea che resterai sempre specialissima per lui
    :°°

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  3. Squa, speriamo!
    Quoredizingara, sì sono tornata, che bello ritrovarti

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    Risposte
    1. Mi ritrovi "doppia". Aspetto una bambina per la fine di giugno, Sì, Sì, Si!!!

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    2. che notizia straordinaria! Tienimi aggiornata, eh? Ah, dice un proverbio qui da noi: Fortunata a xé (è) la sposa che per prima a gà (avrà) una tosa (una bambina) :-)

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  4. Certo che questo nipotino mi sa di un pó ruffianello.. Uno di quello che quando viene richiamato dopo una modellata ti guarda e dice:" No grazie Stella!" È un bimbo proprio gentile ed educato!

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