UNA PER UNO

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babbucce

domenica 16 febbraio 2014

PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE


Non so quante volte avrò scritto, riportando le tesi dei più prestigiosi specialisti (e senza scomodare loro, appellandomi al comune buon senso) che quando il bambino sta imparando a parlare guai a rifargli il verso: le parole che lui pronuncia storpiate gli si devono ripetere esatte (dizione, accenti, vocali, doppie), affinché lui abbia la possibilità di diventare padrone della lingua. Tutto vero, ma come si fa a correggere un nipotino che dice: “Nonna, devo mettere il pappuccio perché chiove”. Come si fa a spiegare a un nipotino che  “la marmellata jalla” è maionese.  Come si fa a spingere un Nipotino che dice “anche chio”, “mucchica”, li pesci,  “I – I – Inglese”  a dire invece “anch’io”, “musica” , “i pesci”, “I will follow him”, che poi sarebbe il titolo della canzone di Sister act che ci sentiamo in macchina sul telefonino (la radio è rotta).
Ancora un pochino, ancora qualche settimana, prometto al dio delle Nonne, quando invece di correggerlo ripeto chiove e pappuccio e li pesci. Lo farò, lo giuro, intanto tergiverso perché questa vocina che propone parole strampalate è il più potente tra gli antidepressivi e santo cielo se è dura rinunciarci.  

7 commenti:

  1. come hai ragione!!.......... e finalmente sei tornata a scrivere!!!!

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  2. Bello nipotino! Noi parliamo in bambinese da anni, comunque prima o poi i bimbastri il linguaggio hanno iniziato a padroneggiarlo. Mi mancavi!

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  3. Sempre un grandissimo regalo trovare un tuo post... evviva la nonna, evviva il nipotino :)

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  4. E' bellissimo per me ritrovarvi, è come rivedersi tra amiche intime, è la magia dei blog

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  5. i miei figli hanno 23 e 17 anni, ma da noi ancora si dice bendivo per dire volevo ben dire e innaffiatino anziché idrante.....!!!

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