UNA PER UNO

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babbucce

venerdì 18 gennaio 2019

UN LIBRO PER SANTA LUCIA



La notte tra il 12 e il 13 dicembre i bambini di Bergamo aspettano i regali portati da Santa Lucia e dal suo asinello. Non sapevo neppure che esistesse questa santa perché nella città in cui sono nata e cresciuta i doni li porta, più banalmente, Babbo Natale, in collaborazione con Gesù Bambino, la notte del 24 dicembre, con un rinforzino della Befana, la notte del 5 gennaio. 
Ma poi, quando è nata Figlia e ha cominciato a frequentare la materna ho dovuto farmela piacere la Santa Lucia, per non fare della mia bambina una reietta che la mattina del 13 dicembre non trovava niente. 
I miei primi anni da Santa Lucia mi hanno lasciato freddina: non provavo niente, non mi emozionava nascondere i pacchetti, non pregustavo la gioia che avrebbe provato Figlia trovandoli sotto l’albero (un piccolo abete stortignaccolo, ma vero, con  il suo bravo profumo di luna piena e di ghiaccio). Diventavo Santa Lucia per dovere, diciamo. 
Ma poi, con il passare degli anni le cose sono cambiate. Ho iniziato ad attendere anch’io la notte della Santa e a cercare con più convinzione un cibo da lasciare sul tavolo che potesse risultare gradito all’asinello (carrube, per esempio, o muschio fresco, su quest’ultimo non ci ho mai giurato, però). Per Santa Lucia, nessuna difficoltà: era ghiotta di mandarini, assicurava Figlia (cintura nera di Santa Lucia), e così gliene mettevamo tre, insieme a qualche biscotto. E, infatti, al mattino trovavamo solo bucce e qualche briciola (solo una volta avanzò un mandarino e trovammo intatti tutti i biscotti, ma Figlio non aveva ancora un anno e le notti erano difficili, stordenti), mentre l’asinello si beveva tutta la ciotola di latte e cacao, ma non assaggiava mai né carrube né muschio, si vede che arrivava da noi già sazio. 
E al mattino, dopo qualche anno dalla nascita di Figlia e prima ancora dell’arrivo di Figlio, dopo aver metabolizzato la Santa Lucia, quando entravo nel soggiorno  con la mia bambina tremante di eccitazione per mano mi sembrava che quei pacchetti colorati fossero stati davvero portati dalla Santa con l’asinello, per un istante dimenticavo (ed è questa, secondo me, la vera bellezza dell’epoca dei figli piccoli) di averli messi io.
Poi il tempo è passato e la bambina che tenevo per mano la notte di Santa Lucia ora dà la sua mano ad altre piccole mani vibranti di attesa, mentre qui nella mia casa dispongo i dolcetti di Santa Lucia con calma, in quanto i nipotini li troveranno nel pomeriggio, ben sapendo, perché così abbiamo deciso di dire, che sono i nonni a comprarli e regalarli, per onorare come merita questa spettacolare giornata. Chissà se è la scelta giusta: a me pare di sì, ché una Santa Lucia che passa in due case per gli stessi bambini mi pare possa risultare poco credibile agli occhi non solo di Nipotino 1 che ha già compiuto sette anni, ma anche di Nipotino 2 che già ha memorizzato la password del mio cellulare, pur non sapendo quasi parlare. Scafato com'è non vorrei mai mettergli la pulce nell'orecchio (suo fratello ce l'ha già). Ovvio il terr , ehm, timore è che scoprano come stanno davvero le cose a proposito dei doni e della Santa, quindi meno indizi si danno meglio è.
Così non c’è più incanto per me da tanto tempo nel giorno di Santa Lucia. 
Ma quest’anno, proprio il 13 dicembre, mentre lavoravo attendendo l’arrivo dei bambini e sorridendo da sola all'idea del resoconto che mi avrebbero fatto del loro risveglio e dei regali, il campanello di casa mia ha suonato e, tipo visione, si è materializzata Figlia, che da me non passa mai.
Mi ha porto un pacchetto:
“Buona Santa Lucia”  
“ …? …”
“Apri dai …”
Avete presente quei libretti di pezza morbida e colorata che si regalano ai piccolissimi? Ecco dentro al pacchetto ce n’era uno.
“…?....”
“Leggilo, dai”
L’ho sfogliato, era la storia dello sfortunato incontro tra un pesce palla buono e un secchiello cattivo, e in mezzo, più o meno ad altezza terza pagina c’era una specie di termometro con una finestrella e nella finestrella ci stava scritto “incinta”.
E così ho saputo che verso metà agosto, sotto il focoso segno del Leone, arriverà Nipotino 3.     

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