Nipotino 3 è forte e possente e nato con la convinzione che il mondo, da qualsiasi prospettiva lo si osservi, sia un luogo meraviglioso e che in ogni pacco, qualunque ne sia la provenienza, ci sia un regalo di inebriante splendore. A quest’ultimo proposito va detto che nulla lo delude, neppure, per dire, il più maestoso dei doni orrendi: un pigiama.
Nipotino 3 si entusiasma fino a
restare senza fiato per fiocco di neve che riesce ad afferrare con la lingua,
schiva con allegra disinvoltura gli oggetti contundenti che i fratelli di tanto
in tanto, per puro errore, per una svista, perché sono cose che capitano, si scagliano addosso con inaudita violenza, ed
è un appassionato, instancabile ascoltatore dell’affascinante libriccino
dall’intrigante titolo “Peppa Pig va al supermercato”. Nipotino è grato del fatto che i suoi parenti
stretti e la sua tata abbiano labbra per sorridere mentre il resto del mondo al
loro posto ha una poco espressiva bandinella appesa alle orecchie, sotto la
quale chissà cosa c’è, forse niente. Nipotino comprende tutto ma oltre a Mamma
non dice nulla. Ne consegue che chiunque è “Mamma”, anche il papà e la gatta.
Ostinata gli ripeto che io sono la NONNA, la nonna, capito?
“Ragazzi”, dico a Nipotino 1
(ormai alto quasi quanto me e con spalle da rugbista) e a Nipotino 2 (efebico,
disegnato personalmente da Saint’Exupéry), “chiamatemi tutti e due a voce alta,
dite NONNA!”
“Perché dobbiamo dire NONNA,
nonna?”
“Perché così lui capisce come
chiamarmi”
“Nonnaaaa, NON-NNNNAAAA. Lei è la
nonna”
“Io sono la NONNA”.
Nipotino 3 ci guarda a uno a uno,
con gli occhi luccichini, i pomelli arrossati dalla felicità che gli riserva ogni
minuto della sua giornata, e poi scuote la testa e buttandosi contro le mie
ginocchia per abbracciarmi come solo lui sa fare, vibrante di allegria, poi
forte, possente, gioioso mi apostrofa con l’unica parola che sa dire “MAMMAAAA”.
“Io sono la nonna” gli comunico
un po’ rassegnata.
“Lei è la nonna” lo irride
Nipotino 1.
“Lei è la nonna” lo compatisce
Nipotino 2.
Ciascuno ha un suo stile
personalissimo.
Ma a Nipotino 3 è difficile far
cambiare idea. Però ieri qualcosa è accaduto.
Mi è corso incontro, la
contentezza fatta bimbo, mi ha guardata dritto negli occhi e poi avvinghiandosi
alle mie gambe ha detto con maliziosa determinazione:
“MANNA!”
Nipotino 3 non spiaccica una
parola perché, evidentemente, quelle disponibili non lo convincono. Si dà alle
sincrasi, quindi. Con l’approvazione dei fratelli che immediatamente hanno fatto
proprio il neologismo. E Nipotino 2, gracilino e profondo, mi ha spiegato
perché:
“Manna perché te sei un po’ nonna
e un po’ mamma”.
Si dice tu, non te, ma che m’importa.
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