UNA PER UNO

UNA PER UNO
babbucce

sabato 15 marzo 2014

DI VERBI, EFFE E DUBBI IDIOMATICI


<<Dai chiama l’ascensore!>>
<<Ecco  fato. Ho prèmito li bottone>>

<<Ti aiuto a salire>>
<<Scì, ma hai aprito li macchina?>>

<<Vuoi venire al mare con i nonni la prossima estate?>>
<<No, grassie: io viegno con li mammi e li papà>>

<<Ti metto una musica che ti piace…ascolta...>>
<<Cofa è esta muchica?>>
<<La cura, Battiato>>
<<La fura,  Baffiato>>
<<Ehm sì...>>
<<Fefferò i tuoi fafelli fome frame di un fanto…>>
<<Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto…>>
<<Ah, scì! E’ italiano, nonna?>>
<<Nipotino, quando mai non parliamo in italiano?>>
<<Quando ci essie ill’inglese sul dividi e ci è scrito felefione  lingee>>
<<……….>>
<<FELEFIONE! Lingee!>>
<<Ah, selezione lingue: sì ho capito…ehm…che c’entra?>>
<<Perché ci è ill’inglese…>>
Be’, allora tutto si spiega.


martedì 11 marzo 2014

COME FACIO NONNA?

In un lavoro come il mio capita a volte, non molto spesso, di fare incontri che non sarà più possibile dimenticare, neanche mettendosi di impegno. A me è successo quando mi hanno chiesto di scrivere un pezzo su un figlio di celebrità “ben riuscito”  (no droga, no alcol, no violenza su se stesso o su altri). Non è che non ce ne fossero (e non ce ne siano), ma in quel momento la cronaca suggeriva il contrario. L’idea dell’articolo era nata proprio per smentire l’ipotesi che si andava affermando in quei giorni della inquietante equivalenza mamma/papà star = figli infelici/scentrati/frustrati/dissoluti.
Ci ho messo un po’ a trovarlo, ma alla fine era esattamente quello che cercavo.  Mi ha detto subito sì, allegro, disponibile e vincente al tavolo della vita.
Gli piaceva l’idea di parlare di che mamma fosse stata quella sua mamma che adesso è leggenda, quella sua mamma che nessuno mai (almeno fino a ora) ha saputo eguagliare in eleganza e charme. Quella sua mamma icona di fascino e stile, che ha stigmatizzato un genere di bellezza che mai potrà stancare e, quindi, tramontare.
Avrei voluto che l’intervista non finisse mai, non registravo, non prendevo appunti, proprio io post-it addicted, ascoltavo incantata senza che mi sfuggisse un solo monosillabo, preoccupata solo di riuscire a ottenere risposta a tutte le domande che mi correvano nel cervello, tipo carica degli gnu nel Re Leone.
<<Qual è la raccomandazione che ripeteva spesso sua madre a lei, Sean, e a suo fratello Luca?>>
<<Ah, sì. Ecco, diceva sempre: vorrei che diventaste uomini gentili. Noi le chiedevamo: e come si fa, mamma? Lei ci sorrideva: semplice, per essere gentili basta essere gentili!>>

Nipotino ieri sera, sdraiato sul lettone dopo il bagnetto, ha cominciato a sgambettare forte mentre tentavo di rivestirlo. Voleva giocare, certo, ma se mi avesse colpito di sicuro mi avrebbe fatto un po’ male. L’ho guardato con un’espressione contrariata, stavo per dirgli di fermarsi, ma mi ha preceduto.
<<Devo fare più pianino, nonna?>>
<<Sì, certo, così mi puoi fare male!>>
<<O (s)cusa, nonna, Cusa tanto, no fato posta>>
<<Lo so che non vuoi fare male alla tua nonna, Nipotino>>
<<No che no voglio. Io-Tommy vuole essere gentile. Come facio, nonna?>>
<<E’ facile! Per essere gentile basta essere gentile!>>. E abbiamo riso insieme.
<<Nipotino? Sai chi diceva questa frase ai suoi bambini perché li voleva gentili?>>
<<Io no! Non so>>.
 <<Te la faccio vedere sull’I-pad>>
Ne sono uscite mille di sue foto, ma ho scelto quella classica, col tubino nero e il bocchino lungo. Gli ho detto due tre volte il nome, così per amor di storia.

<<Ho visto nonna, ma no mi piace guardare Odriepurn, mettiamo la Pimpa?>> 

lunedì 10 marzo 2014

EDUCATISSIMO


<<Nipotino, devi imparare a fare la pipì nel vasino>>
<<No grasssie>>
<<Nipotino, è ora!>>
<<…mf….>>
<<Nipotino?>>
<<..mf...mf…>>
<<Dobbiamo cominciare a togliere il pannolino. La pipì devi farla nel vasino, ormai è un bel po’ che lo abbiamo comprato e sta lì pieno di polvere>>
<<No, grasssie nonna. Io-Tommy preferisco il pannolino>>
<<Ma perché, Nipotino?>>
<<Perché il vasino mi fa tanta paua>>
<<Paura? Ma per che ragione?>>

<<Perché adesso Io-Tommy voglio la mia mamma Valentina>>

venerdì 7 marzo 2014

PARENTELE

Nipotino in auto, subito dopo l’uscita dalla scuola materna (sezione primavera), a mo' di comunicazione di servizio:
<<Io-Tommy sono figlio della mamma Valentina>>
<<Giusto>>
Nipotino, sempre in auto, tanto per ribadire:
<<La mamma Valentina è la mamma di io-Tommy>>
<<Proprio così>>.
Nipotino, ancora in auto, a scopo di ripasso:
<<Io Tommy ho una mamma che si chiama mamma Valentina>>
<<Esattamente! E dimmi, lo sai chi è la mamma della tua mamma Valentina?>>
Nipotino, guardando un punto imprecisato del  mio poggiatesta:
<<Mmmmm...mf....>>
<<Dai pensaci bene!>>
Nipotino, puntando il dito verso la mia schiena:
<<Lei!!!>>  
<<Lei?>>
Nipotino, con tono didattico-trionfale:
<<Lei: la mia nonna Lau(r)a di io-Tommy>>