<<Riso all’olio e parmigiano?>>
<<Bleah>>
<<Ciccia ai ferri?>>
<<Naaaaaaaaaaaaaaaa>>
<<Tortellini con ricotta?>>
<<Schif…schif…E poi non ho PLOPLIO fame>>
Io e Nonno Putativo ci guardiamo e parliamo con la telepatia: Sono le sette e trenta e siamo
qui al centro commerciale … Quello
che c’è a casa da mangiare gli fa schif-bleah e naaaaaaa …Povero piccino tutto
casa e asilo, riso in bianco e pasta rossa …
<<Vuoi che ceniamo Dove Mai Al Mondo Nessun
Bambino Dovrebbe Mangiare?>>
<<Sì sì sì sì sì sì: da Mc Donald!!! HO
PLOPLIO FAME>> (quando si dice i misteri dell’appetito)
Gli diciamo ok all’unisono e la sua felicità per
quel niente che gli abbiamo proposto ci dà euforia e magone insieme (per quanti
anni ancora sarà così? Andatevene pensieri molesti!).
Nonno Putativo al bancone ordina la cena di Nipotino,
su sua precisa indicazione: PEL me hamburger, patatine fritte e marmellata
gialla (e chi mai avrà il coraggio di dirgli di chiamarla maionese? Noi no di
certo).
<<Ehi Nipotino, nel menù bambini c’è anche la
frutta oppure lo yogurt,
quale vuoi dei due?>>
<<NESSUNO!>>
Ovvio, qualsiasi alimento anche solo vagamente
salutare gli guasterebbe la soddisfazione di quella cena imprevista, che è poi l'unico tipo di imprevisto che, metodico e abitudinario com'è, trova di suo gradimento. E allora io, grazie a un innato talento educativo
che farebbero impallidire d’invidia Maria Montessori, gli dico prontamente che
va bene, che per stasera potrà mangiare solo quello che gli va davvero.
<<E poi la mela l’ho mangiata all’asilo!>>
mi rassicura. A, be', allora.
Ci sediamo a un tavolino, ormai arriva con le mani a
tutto il contenuto del vassoio, bicchiere compreso. Sta crescendo e ce ne
accorgiamo insieme, io e Nonno Putativo, all’improvviso, perché al bordo di quel tavolino fino a un
minuto fa arrivava solo con gli occhi, mentre adesso supera il piano con tutta la testa e sta seduto come
un bambino (quasi) grande.
<<Cosa hai fatto oggi all’asilo?>>
<<Mmmmm .... buona questa marmellata gialla! Ah all'asilo? Niente!
Non ho fatto niente!>>
<<Ma sei sicuro? Ma se è tutto un tripudio di
lavoretti di Natale?>>
<<APPUNTO!>>
<<Ma non hai disegnato?>>
<<EH SCI’>>
<<Quando hai finito di mangiare mi mostri
cosa?>>
Apro il contenitore delle patatine perché per farlo
disegnare non ho di meglio. Gli do una biro, che lui impugna a mo’ di scalpello.
Poi mette tra i denti un pezzetto di lingua (come fanno tutti i cartoni
animati) quindi sul cartoncino fa un’asta tremolante e la completa, nella parte superiore, con un’asticciola.
<<Questa è la T di Tommaso!>> annuncia.
Noi muti, perché quanto sta accadendo è talmente
maestoso da obbligare alla solennità del silenzio.
Nipotino procede, concentrato e volonteroso. Suda
perfino un po’. Poi ci porge trionfante un cartoncino mozzafiato:
Meraviglia.
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