Avete presente la scena in cui il cattivissimo giudice
Morton (quello alto alto con gli occhi rossi) per stanare Roger Rabbit intona il sadico
motivetto ammazza la vecchia … ammazza la vecchia … nella fondata certezza
che il coniglio, anche a costo di rimetterci la pelle nella salamoia, non resisterà alla
tentazione di uscire allo scoperto, per essere lui a declamare la strofa finale
(col flittttt…). E il coniglio, infatti, cerca disperatamente di trattenere se
stesso, ma non ce la fa, gli è impossibile, è più forte di lui e così salta
fuori dal suo nascondiglio, perché scivolare urlando “Col fliiitttttttttttttttt”
è una tale soddisfazione che pazienza se si rischia la vita per levarsela.
Roger
Rabbit è la più calzante metafora del mio stato d’animo rispetto alla scientificamente
dimostrata necessità di tacere con Nipotino dell’arrivo del bambino/a nuovo/a, per evitare
che si metta ad attenderlo/a da un momento all’altro, mentre alla sua nascita mancano
ancora 29 settimane, vista la lunghezza
imbarazzante della gravidanza umana. Lo
so, per carità che è giusto così, lo so che bisogna aspettare che manchi poco
al parto o che almeno lui si accorga del pancione materno, per ora assente
(Figlia scusa ti dispiacerebbe arrotondarti un po’?) per non creare inutilmente
aspettative che troppo ci vorrà a soddisfare. Lo so e lo scrivo almeno due
volte all’anno in una rubrica di dritte per genitori attenti, ma faccio fatica a tenerlo a mente.
<<Nonna>>
mi ha detto Tommaso qualche giorno fa. <<Me mi piacerebbe un fratellino maschio.
(Ammazza la vecchia…. Ammazza la vecchia….)
<<Dunque…ehm
….>>
<<Nonna
perché a me i fratellini femmine forse non mi piacciono. Me però mi piacerebbe un fratellino>>
Am-maz-za la vec-chi-a …. Am-maz-za la
vec-chi-a ….
<<…Dunque
io di fratellini non ne so niente! Dovrai parlarne alla mamma e al papà, sono
loro i responsabili dei fratellini>>.
E
non ho aggiunto altro, esercitando un autocontrollo maestoso sul Roger Rabbit
che è in me. Potrei tenere dei corsi.
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