UNA PER UNO

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babbucce

martedì 8 dicembre 2015

ERMENEUTICA

Nel linguaggio di Nipotino, Figlia è rappresentata a vari livelli di mammità.

E’ “la mia mamma Valentina” quando ne ha nostalgia e quindi a voce alta ne ricorda le azioni, i gesti, le parole. “La mia mamma Valentina ha disegnato con me”, “La mia mamma Valentina mi ha detto che sono pRRopRRio bello”

E’ “mia mamma” di sera, durante il tragitto in auto verso casa sua, quando manca poco al momento in cui la rivedrà dopo tante ore passate tra asilo e casa dei nonni. “Mia mamma è a casa che mi aspetta”  “Quando aRRivo a casa dormo con mia mamma”

Ma quando ripassa i suoi divieti e i suoi precetti (oggi niente I-pad, non farti imboccare dalla nonna, in bagno devi andarci da solo) Figlia è semplicemente “LEI”. “LEI ha detto niente televisione!”

LEI: la massima autorità del cosmo, la detentrice della Legge e della Verità, LEI.  I suoi imperativi sono categorici. Le sue dritte che non si discutono. LEI. E io mi chiedo, tra lo stupore  e l’ammirazione (più qualche grammo di purissima invidia), in che modo Figlia ci sia riuscita a raggiungere questo terzo livello di mammità,  una chimera per noi nati dieci anni dopo quelli che hanno fatto il Sessantotto.  

 

 

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